Dalla gara sulle frequenze il governo punta a incassare 2,4 miliardi, un obiettivo rilevante, anche se la quota di retrocessione del 10%, fino ad un massimo di 240 mln di euro, è ritenuta dagli attuali occupanti le risorse (le tv locali) assolutamente inaccettabile.
E sempre a proposito degli operatori di rete locali legittimi assegnatari nei canali 61/69 UHF che presto saranno destinati al potenziamento della banda larga in mobilità, si sciolgono come neve al sole le speranze di una proroga: per Agcom, infatti, non si può più attendere, perché l’Italia deve recuperare il gap con il resto d’europa a riguardo della diffusione dell’internet veloce, considerato ormai un bene di prima necessità. Per il presidente dell’Autorità per le tlc Corrado Calabrò (foto) nell’asta "ci sono elementi pro e contro" il raggiungimento di questo target significativo. "C’è una grande richiesta di servizi mobili – ha spiegato Calabrò – che non c’era all’epoca della gara per il Gsm. Questa è una condizione di vantaggio". Tuttavia, "c’è una vera ombra di preoccupazione in relazione al ruolo degli operatori ‘over the top’". "Ci sono i presupposti per il successo della gara – ha concluso Calabrò – ma non posso negare la preoccupazione per il ruolo degli over the top, che portano via ricavi". (A.M. per NL)