Non più (solo) del canale 8 si parla nella corsa agli LCN più appetibili, ma anche del 7 de La 7 (Gruppo Cairo), secondo il sito Dagospia, per il quale ciò sarebbe quello "su cui conta Rupert Murdoch, che nei giorni scorsi ha chiuso il dossier Mediaset Premium e ha deciso di lasciare al suo destino il (piccolo) concorrente italiano".
La notizia ha sorpreso operatori ed osservatori, anche in considerazione delle continue rassicurazioni di Cairo sulla volontà di investire nell’attività editoriale televisiva ("non ho nessuna intenzione di vendere. Voglio andare avanti, credo nel mercato televisivo, sia come editore, sia come operatore di rete. Vediamo come si muoveranno Discovery o Sky, aspettiamo. Noi intanto stiamo facendo grossi investimenti", aveva dichiarato qualche settimana fa Umberto Cairo). Circostanza confermata anche dalla recente integrazione dell’attività quale operatore di rete, con l’acquisizione di diritti d’uso DTT in ambito nazionale dall’asta per il dividendo interno. Eppure, secondo Dagospia, "Le trattative per un accordo tra Sky Italia e la tv satellitare di Mediaset, sotto traccia, sono andate avanti per mesi. Sul tappeto c’erano due opzioni: l’acquisto tout court da parte di Murdoch e la partnership con gestione affidata comunque a Sky", spiega Dagospia. "La novità è che il magnate australiano ha deciso di lasciar schiantare da sola Mediaset Premium, che si è molto indebitata per sostenere l’acquisto da 700 milioni dei diritti per la Champions League e che secondo lui non vedrà un euro di utile prima del 2018. Un bel problema per Silvio Berlusconi, che sta cercando di mettere ordine, dimagrendo, nelle sue aziende. Giusto o sbagliato che sia, il calcolo di Murdoch poggia anche sulla considerazione che se in Europa vi sono troppi operatori telefonici in Italia vi sono troppi operatori tv. Il nostro è un mercato troppo piccolo per avere due televisioni a pagamento e tre grandi tv generaliste (Rai, Mediaset, La7). In futuro, questo il suo ragionamento, non potrà che esserci una riduzione. Se la filosofia e gli scenari sono questi, allora si capisce perché, contemporaneamente, i vertici italiani di Sky si sono incontrati a Milano con Urbano Cairo. L’editore alessandrino, dopo averne riportato in equilibrio la gestione operativa, ha intenzione di cedere il controllo o una quota di La7, restandone sempre socio. Anche perché il suo obiettivo è sempre gestirne la raccolta pubblicitaria. Per questo motivo Cairo sta preparando un business plan da sottoporre a Murdoch per l’eventuale acquisizione. A margine di tutto ciò, Cairo comincia a essere insofferente nei confronti di Enrico Mentana: il direttore del tg tira sempre di meno e in più pretende di comandare su programmi e conduttori. Ma forse la soluzione arriverà con lo sbarco di Murdoch". La notizia, tuttavia, è stata immediatamente smentita dalla Cairo Communication, secondo la quale l’articolo "riporta circostanze assolutamente non veritiere in relazione sia a presunte trattative del nostro gruppo con Sky Italia, sia ai rapporti con il direttore Enrico Mentana. Ed infatti non c’è stato alcun incontro o contatto nei giorni recenti con Sky Italia e non c’è inoltre alcun nostro interesse all’ingresso di soci nel capitale di La7 S.r.l. I rapporti dell’editore Urbano Cairo con il direttore Enrico Mentana sono ottimi. Da parte del direttore non c’è inoltre alcuna intromissione in ruoli che esulino dalle sue competenze". E a rafforzare la smentita, l’editore de La 7 diffida "per l’ennesima volta" Dagospia "dal diffondere informazioni infondate nel contenuto e dal tono diffamatorio nei confronti del gruppo Cairo Communication, i cui titoli sono quotati al Mercato Telematico Azionario", chiedendo "che la presente lettera sia pubblicata sul vostro sito e l’articolo menzionato rimosso dal sito per la parte che ci riguarda, fermo restando che ci riserviamo di adottare ogni iniziativa di legge a tutela dei nostri diritti e legittimi interessi". (M.L per NL)