DTT, broadcaster europei (ma non solo) uniti contro industria telefonica: giù le mani dal digitale terrestre

La European Broadcasting Union (EBU), che raggruppa le tv pubbliche europee, torna all’attacco: “Non possiamo permettere che la fame di spettro delle telco ci sottragga risorse preziose”, ha tuonato il d.g Ingrid Deltenre.

I broadcaster europei non hanno deposto l’ascia di guerra dopo la tregua conseguente all’annuncio della UE di un rallentamento nel processo di liberazione di canali a favore della banda larga in mobilità. In occasione del cinquantesimo dell’EBU, durante un vertice tenutosi a Macao, i player tv sono tornati a parlare della necessità di un’azione globale a tutela delle proprie esigenze. Accanto all’EBU si è schierata anche l’Asia-Pacific Broadcasting Union (ABU). Il direttore generale Ingrid Deltenre, ha comunicato a tutti i delegati presenti che 250 milioni di europei si affidano allo spettro per guardare la tv digitale terrestre, il cui segnale viene ricevuto dalle antenne televisive. “Il digitale terrestre – ha aggiunto – resta la spina dorsale dell’accesso alla tv pubblica”. Dalla parte della Deltenre si è posto anche il Segretario Generale ABU, Javad Mottaghi, che ha sottolineato l’importante ruolo dei servizi di tv digitale terrestre nelle aree regionali dell’Asia-Pacifico. “La trasmissione terrestre resta uno strumento fondamentale in situazioni di emergenza – ha ribadito Mottaghi – spesso è l’unica tecnologia che continua a funzionare e può raggiungere un pubblico vasto nonostante le condizioni esterne difficili. La tv terrestre è la pietra angolare dell’industria broadcast e la sua sopravvivenza è essenziale per la gente di queste regioni”. Per quel che concerne la situazione italiana in materia di accordi tra le telco e i broadcaster, nei giorni scorsi Mediaset aveva ribadito e messo di nuovo in luce la volontà di creare un’alleanza con Telecom, che non implicherà tuttavia una fusione: “Portiamo avanti un progetto industriale Mediaset per legare l’abbonamento alla pay tv ai servizi telefonici”, ha dichiarato il vicepresidente del Biscione Pier Silvio Berlusconi nel nuovo libro di Bruno Vespa, Italiani Voltagabbana. “Non c’è nessuna mira sull’azionariato di Telecom, e tantomeno sul controllo. Certo avrebbe senso una partnership con l’operatore telefonico per veicolare i contenuti televisivi attraverso la fibra ottica. La nostra idea per il futuro – ha concluso Berlusconi – è che il cliente non dovrà più porsi il problema di come e dove vedere un programma. Stiamo lavorando a un decoder unico che funzioni con il satellite, il digitale e la banda larga, per ampliare al massimo l’offerta”. E l’offerta televisiva italiana digitale potrebbe presto essere ampliata grazie allo sbarco di un nuovo canale multimediale del gruppo americano Vice. Nei giorni scorsi infatti è atterrata oltralpe la nuova piattaforma Vice News France, che trasmette sulle frequenze di France 4: alle 20.35 i telespettatori francesi possono assistere alla messa in onda di Le point quotidien, uno spazio di 13 minuti contenente documentari su temi scomodi di attualità e reportage spesso provenienti da zone di guerra, di sicuro impatto sul target 18-35 anni. Vice news - DTT, broadcaster europei (ma non solo) uniti contro industria telefonica: giù le mani dal digitale terrestreCome molti stiamo cercando di rivolgerci a un pubblico giovane che ha un rapporto complesso con gli schermi e per cui la tv non è più centrale” ha detto a Le Monde Boris Razon, direttore editoriale di France 4. “L’approccio giornalistico di Vice News è molto profondo, è importante in un momento di sfiducia nei confronti dei media”. “Vice ci permette di fare qualcosa che gli altri media non fanno: storie per metà reportage adatte al telegiornale, e per l’altra metà documentari” ha sentenziato Simon Ostrovsky, inviato quasi permanente in Ucraina. Nel dettaglio, Vice News France, diretto da Etienne Rouillon, è composto da una cinquantina di dipendenti, per la metà al di sotto dei 30 anni: quotidianamente vengono proposti al pubblico dai 5 ai 7 articoli, provenienti spesso da altre edizioni e poi tradotti. Sono però i video a fare la parte del leone, realizzati e selezionati dalle 35 redazioni sparse nel mondo. Con il suo giornalismo agile e moderno, Vice News sta facendo incetta di pubblico e ricavi. Fra le prossime manovre annunciate dal gruppo, spicca il lancio – che potrebbe avvenire già nei prossimi mesi – di altre versioni nazionali di Vice News in Germania, Spagna, Australia, Brasile, Messico e, come ricordato in Italia (dove lo scorso maggio è già stata avviata una collaborazione con SkyTg24). Procedono senza sosta infine le ricerche per la realizzazione di un network televisivo che permetta di distribuire la formula Vice contemporaneamente in 150-200 paesi. (V.R. per NL)
 
 

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