Imbarazzante risposta del Consiglio di Stato alla richiesta del Ministero dello Sviluppo Economico di un parere sulla partecipazione di Sky alla gara per il dividendo interno (beauty contest).
Il supremo organo di giustizia amministrativa, che come noto ha anche un ruolo consultivo su interpellanza degli organi dello Stato (fornisce pareri preventivi circa la regolarità e la legittimità, il merito e la convenienza degli atti amministrativi dei singoli organi pubblici), ha infatti risposto al ministro Romani che il quesito è stato "formulato in termini generali e sintetici" e in assenza "di un’argomentata illustrazione dei punti problematici". In pratica, non si comprende la domanda. Il CdS ha quindi assegnato al dicastero dello SE 30 giorni per riformulare in maniera più comprensibile le proprie domande, poiché, diversamente, l’organo giurisdizionale avrebbe fornito risposte "non pertinenti o comunque non utili a risolvere le questioni che il ministero si trova ad affrontare". "D’altra parte non si può escludere che le osservazioni trasmesse rispettivamente dal ministero degli Esteri e dall’Agcom – e che risultano inviate per conoscenza anche al ministero dello Sviluppo economico – siano considerate da quest’ultimo risolutive ovvero tali da prospettare la problematica in termini diversi da quelli originari", spiega il CdS. Occorre pertanto, ad avviso dei giudici amministrativi, "chiarire, innanzi tutto, se consideri esaustive le risposte pervenute dal Ministero degli Affari Esteri e dall’Agcom, e in caso negativo a riformulare il quesito tenendo conto delle osservazioni pervenute e puntualizzando specificamente gli aspetti che si ritengono problematici. È opportuno inoltre che il ministero richiedente, oltre ad esporre le singole questioni, assuma un’argomentata posizione in merito alla loro possibile soluzione, in modo tale che il parere del Consiglio di Stato sia espresso con piena cognizione di causa". Per l’effetto l’organo di giustizia amministrativa di ultima istanza ha sospeso "l’emissione del parere in attesa dei chiarimenti che il ministero vorrà fornire, e si avverte che, in mancanza di riscontro, decorsi trenta giorni si riterrà che il ministero non abbia più interesse al quesito". (A.M. per NL)