In Svizzera non è come da noi: le proroghe non sono la norma. Anzi, da loro sono rare anche le eccezioni.
Così, puntuale come un orologio (svizzero, Ça va sans dire), da oggi sono state disattivate le emissioni della Tv Svizzera ed i trasmettitori DTT sono per ora attivi al solo scopo di avvertire l’utenza di passare su altre piattaforme per proseguire la fruizione dei contenuti televisivi.
In realtà già da gennaio 2019 gli svizzeri (o gli italiani che la ricevevano in Lombardia e parte del Piemonte) vedevano sui propri televisori una scritta scorrevole che informava sull’abbandono del DVB-T dal 3 giugno e sulla necessità, per continuare a ricevere i contenuti, di attingere alla ricezione satellitare (DVB-S), a quella via cavo (DVB-C) o via Internet (IPTV con decoder o streaming).
L’impatto in Svizzera dello spegnimento dei canali DTT è tuttavia estremamente modesto, in quanto là la fruizione via cavo è da sempre dominante ed ora l’avvento del 5G (che da qualche settimana è già realtà con risultati superiori alle più rosee aspettative) renderà competitiva anche l’IP Tv. Alla peggio, basterà dotarsi di ricezione via sat.
A dolersi sono più che altro i tuttora numerosi telespettatori italiani, che nelle aree di confine, in particolare nelle province di Como, Varese, Sondrio, Verbania, ma anche Novara, Milano, Lecco e Monza Brianza, avevano installato (anche in tempi relativamente recenti e comunque dopo il 2010) antenne per ricevere la Tv Svizzera (in tali territori nei decenni scorsi era fiorito un vero e proprio business per gli antennisti). Investimenti ora totalmente vanificati.
Piuttosto, sarà interessante scoprire se l’abbandono del DTT svizzero consentirà il recupero in extremis (visto l’imminente refarming ex L. 145/2018) della diffusione di quei canali italiani limitati nella distribuzione del segnale proprio per consentire la perfetta ricezione nella Confederazione Elvetica dei programmi autoctoni. Non si tratta di questione di poco conto, perché la limitazione del debordo radioelettrico oltre il confine nazionale aveva fortemente condizionato la pianificazione di alcuni canali lombardi e piemontesi. Comunque una cosa è certa: la chiusura delle trasmissioni DTT elvetiche archivia definitivamente una pagina storica della coesistenza radioelettrica con l’Italia: quella delle interferenze di confine, durata quarant’anni. (E.G. per NL)