Non piace alle tv locali il bando del MSE-Com per la determinazione delle graduatorie che condurranno alle assegnazione delle frequenze agli operatori areali (al netto dei canali 61-69 UHF del dividendo esterno) nella regione Liguria, ma che fissa criteri generali che varranno anche per le reattribuzione nelle aree all-digital.
Il provvedimento licenziato dal dicastero di Paolo Romani, a dispetto delle recenti dichiarazioni del ministro inneggianti ad un atteggiamento a tutela delle emittenti più piccole, sembra profondamente sbilanciato a favore dei grandi operatori. Per capirlo basta osservare che il massimo di 45 punti su 100 per la determinazione della graduatoria è assegnato alla copertura (con modalità di calcolo complicate e foriere di probabili contrasti); max 30 punti su 100, vanno all’entità del patrimonio netto; 20/100 al numero di dipendenti (banditi i contratti non a tempo indeterminato); 5/100 alla storicità (l’entità minima del punteggio è determinata dal fatto che tutti gli operatori posseggono tale requisito). Il bando del MSE-Com incentiva poi gli accorpamenti, prevedendo che "i soggetti legittimamente operanti in zone sovrapponibili, in una stessa regione, tramite costituzione di una società consortile o intesa, con impegno a costituire entro 10 giorni dalla pubblicazione della graduatoria (…) possono presentare una unica domanda volta all’assegnazione alla suddetta società di una frequenza condivisa tra i partecipanti alla stessa" (i partecipanti alla società consortile o all’intesa non possono però presentare domanda individuale). Critici i sindacati di categoria. Il primo ad essersi pronunciato è l’associazione Aeranti-Corallo che con una nota inviata poco fa a questo periodico "conferma il proprio giudizio assolutamente critico sulle nuove modalità di transizione al digitale". "Devono essere completamente cancellate le inaccettabili norme che relegano l’emittenza televisiva locale ad un ruolo assolutamente marginale del sistema televisivo, con evidenti conseguenze per il pluralismo informativo e per l’occupazione lavorativa nel comparto", fa sapere il coordinatore dell’ente esponenziale Marco Rossignoli. "Le emittenti che non risulteranno utilmente collocate in graduatoria – spiega Rossignoli – non riceveranno l’assegnazione delle frequenze di trasmissione e potranno quindi svolgere solo l’attività di fornitore di contenuti. Per tali emittenti sarà come avere la patente di guida senza avere però l’automobile. Aeranti-Corallo – continua Rossignoli – ritiene che l’intero processo di digitalizzazione debba essere ripensato recuperando risorse frequenziali per le tv locali. Occorre anche – conclude il coordinatore dell’associazione – rivedere i tempi della transizione nelle regioni ancora da digitalizzare anche perché non sembra che possano essere rispettati i tempi tecnici per gli switch off previsti dal calendario ministeriale”. (A.M. per NL)