A breve scadrà il termine che il Ministero dello Sviluppo Economico Comunicazioni ha concesso ai fornitori di servizi di media audiovisivi sul digitale terrestre per avviare i marchi/palinsesti non ancora diffusi, risultati assegnatari della numerazione automatica (LCN).
Le prime assegnazioni dei LCN, riguardanti la Regione Piemonte, sono infatti state notificate poco dopo la metà di novembre e, dunque, entro circa 10 giorni i fornitori di servizi di media audiovisivi, ivi operanti, dovranno diffondere i loro programmi, se non vogliono rischiare la sospensione dell’autorizzazione a trasmettere e dell’attribuzione della numerazione concessa. Come noto, le determine di assegnazione dei LCN (sia quelle relative al Piemonte, che quelle riguardanti le altre regioni digitalizzate) riportano un articolo che espressamente recita “Nel caso in cui il marchio palinsesto non sia ancora diffuso, la presente autorizzazione ha validità tre mesi dalla data di notifica del presente provvedimento. Decorso tale periodo la mancata diffusione comporterà l’applicazione delle sanzioni di cui all’art. 11 comma 8 dell’Allegato A alla delibera n. 366/10/Cons”. Tale disposizione prevede, in particolare, che nell’ipotesi di violazione della predetta delibera o delle ulteriori condizioni di utilizzo del numero assegnato, il Ministero dispone la sospensione dell’autorizzazione a trasmettere e dell’utilizzazione del numero assegnato per un periodo fino a due anni, precisando che la sospensione viene adottata “qualora il soggetto interessato, dopo aver ricevuto comunicazione dell’avvio del procedimento ed essere stato invitato a regolarizzare la propria posizione, non vi provveda entro il termine di sette giorni”. Conseguentemente, il problema principale che si trovano oggi ad affrontare i fornitori di servizi di media audiovisivi sul DTT è quello di “riempire di contenuti le loro autorizzazioni”, problema questo che interessa soprattutto i soggetti che hanno ottenuto i LCN addirittura per 6 marchi/palinsesti. In questa fase, dunque, dove i contenuti diventano veramente protagonisti, si evidenziano maggiormente le difficoltà di una transizione al digitale che trova fondamentalmente impreparati gli editori, molti dei quali ancora legati alla mentalità di trasmettere programmi utili e funzionali all’ottenimento di benefici ed agevolazioni statali. La moltiplicazione dei programmi e dei palinsesti, conseguenza dell’innovazione tecnologica, esige invece che gli ex concessionari televisivi comincino veramente ad investire in contenuti, non potendo soltanto confezionare “in casa” più palinsesti. Se alcuni, non riuscendo a gestire troppe programmazioni, optano per la cessione delle autorizzazioni relative a marchi/palinsesti “in esubero”, altri dovranno necessariamente porsi alla ricerca di contenuti da diffondere, sviluppando nuove collaborazioni editoriali che possano portare alla diffusione di programmi anche migliori. Ed è forse proprio questo che il pubblico si attende: l’innovazione apportata dal sistema digitale non dovrebbe infatti solo significare miglioramento della qualità trasmissiva, ma dovrebbe coincidere anche con una nuova e arricchita offerta contenutistica. Fare zapping tra una miriade di nuovi programmi digitali, per lo più uguali ai precedenti analogici, infastidisce un pubblico incapace di comprendere quali vantaggi ha determinato il cambiamento. Se le risorse da investire in contenuti mancano, i fornitori di servizi di media audiovisivi sul DTT, specie quelli di piccole dimensioni, potrebbero cominciare col collaborare, a bassi costi, con realtà editoriali come le web tv. Queste rappresentano infatti un universo ancora poco conosciuto ed apprezzato ma in continuo fermento, perché voglioso di raccontare ed informare ed in molti casi caratterizzato da produzioni interessanti e di buona qualità. (D.A. per NL)