Non potranno partecipare Rai, Mediaset e Telecom Italia Media, mentre potrebbe farlo Sky per un solo mux, da trasmettere però rigorosamente in chiaro.
Ma il maggior operatore della pay tv italiana probabilmente non lo farà, visto che i non eclatanti risultati di Cielo dimostrano che, da noi, la free tv non fa per Murdoch. E allora cominciano ad essere fatte ipotesi sui residui interessati ad una gara per l’aggiudicazione di tre mux nazionali di frequenze DTT così e così, ma che proprio per quello vengono proposti dallo Stato ad un cocomero e due peperoni. D’altra parte, pur complesso da illuminare sul piano radioelettrico, il nostro paese rappresenta pur sempre un bacino d’utenza di più di 22 milioni di telespettatori per un giro d’affari a livello pubblicitario di 3,5 miliardi di euro. Mica paglia. Così, mentre tra i nomi dei possibili acquirenti si è fatto quello di Cairo, neoeditore de La 7 e soggetto dotato della liquidità necessaria per acquistare un mux da (soli) 30 mln di euro – che in parte potrebbero essere autofinanziati col conseguente risparmio sui canoni di trasporto oggi corrisposti a TIMB – più di qualcuno prospetta la possibilità che anche il colosso USA Discovery Channel possa concorrere all’aggiudicazione di uno dei tre canali nazionali. Discovery, in Italia, oramai rappresenta il quarto operatore nazionale, con uno share superiore al 5%, grazie soprattutto agli ottimi risultati di Real Time e DMax. E che il player statunitense stia piantando solide radici nel Belpaese per operare in autonomia lo dimostrano anche i preparativi per il lancio di una concessionaria pubblicitaria captive (ma che potrebbe operare anche per altri e non solo in ambiente tv). Più che possibile, quindi, che Discovery stia pensando di mettersi in proprio anche come carrier DTT. Del resto, la disponibilità economica per acquistare uno dei multiplexer in gara e per allestire in tempi da record l’infrastruttura di diffusione (il termine massimo è fissato in 5 anni dall’assegnazione) non mancherebbe di certo. (M.L. per NL)