E’ l’argomento di questi giorni, di queste ore. L’asta che riscriverà nuovamente la mappa dei canali digitali locali attende solo l’ok del legislatore, con l’approvazione della legge di Stabilità.
Così, mentre le emittenti locali sono (giustamente) infuriate per l’ennesima presa in giro governativa a tutto vantaggio dei network provider nazionali (i cui canali rimarranno intoccati), Corrado Calabrò, presidente di un’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni finita nel mirino di Report per presunto fannullonismo, fa sapere che per mettere in gara le frequenze del cosiddetto dividendo esterno ha "bisogno di una legge" che regoli la materia. Ma, "per approntare lo schema con regole di gara – ha spiegato Calabrò a margine del convegno di Consumers’ Forum – non aspetteremo la legge. Vogliamo essere pronti con uno schema in tempo per la legge di Stabilità". Intanto, gli operatori di rete locali, frastornati dall’inconcepibile e francamente intollerabile modalità di gestione delle procedure di assegnazione delle frequenze DTT da parte di MSE-Com e Agcom, dopo aver letto l’emendamento al DDL di Stabilità sull’argomento "frequenze", che prevede (tra l’altro) indennizzi ridicoli, sono pronti a inondare il TAR Lazio di nuovi ricorsi, che si aggiungono agli oltre cento già notificati o in corso di notificazione. Ennesimo forte imbarazzo invece da parte delle associazioni di categoria, palesemente colte alla sprovvista dall’evento nonostante le ampie avvisaglie. (A.M. per NL)