Prevedibile. Dopo la prima giornata (si continuerà e concluderà domani) di invii da parte della DGSCER del MSE-Com delle note di avvio dei procedimenti di assegnazione dei diritti d’uso (temporanei) per i canali DTT nell’AT3, si comincia a delineare il quadro complessivo.
Come ampiamente anticipato da questo periodico, pur di salvare le capre anche a dispetto dei cavoli, il dicastero di Paolo Romani ha riciclato più e più volte gli stessi canali provvedendo, nella più parte dei casi, a realizzare reti locali MFN o k-SFN, derogando al principio della SFN che avrebbe dovuto guidare la migrazione alla tecnologia digitale. Ovviamente, ne è uscito uno sformato frequenziale che occuperà da qui ai prossimi cinque anni (almeno) gli organi amministrativi e giudiziari per risolvere le interferenze che tra una settimana inizieranno ad imperversare nelle zone congestionate dell’Area Tecnica 3. Il quadro delle assegnazioni, che il MSE-Com avrebbe voluto tenere segreto il più a lungo possibile (presumibilmente per non alimentare anzitempo il contenzioso giudiziale), si sta infatti lentamente delineando: nel tardo pomeriggio di oggi 800 frequenze in stato di pre-assegnazione erano già state inserite da un volonteroso collettore di canali nel database (distribuito questa notte dal MSE-Com) a seguito di un vorticoso giro di telefonate tra gli operatori. E non è una cornice radioelettrica rassicurante, quella che emerge dall’encomiabile sforzo: a parte le decine e decine di impianti (attuali) andati perduti nella trascrizione effettuata dal ministero – che si spera da qui a venerdì saranno recuperati nel masterplan definitivo – vi sono centinaia di situazioni di incompatibilità radioelettrica congenita la cui soluzione necessiterà di fini interpretazioni giuridiche, più che di creatività tecnica. Non potendo più compravendere singoli impianti, ma meramente negoziare diritti d’uso temporanei nel complesso del bacino assentito, occorrerà infatti studiare delle soluzioni conformi al nuovo quadro legislativo per consentire agli operatori di rete di svolgere adeguatamente il proprio lavoro. Intanto, molti network provider assolutamente scontenti delle assegnazioni prospettate si stanno organizzando per impugnare al TAR Lazio i provvedimenti definitivi che di qui a lunedì perverranno. (A.M. per NL)