DTT, assegnazione diritti d’uso definitivi delle frequenze televisive. FRT: basta polemiche bisogna concretamente pensare al futuro

In questi giorni alcuni esponenti politici hanno contestato la decisione del Ministero dello sviluppo economico di assegnare i diritti d’uso delle frequenze digitali per un periodo di venti anni alle emittenti televisive nazionali e locali.

A riguardo, la Federazione ha così commentato: "Francamente non si comprendono le reali ragioni di tale protesta, considerato che la procedura di assegnazione è nota da quasi due anni essendo prevista dalla legge 220/10 e dal decreto legge 34/11, che ha introdotto l’obbligo di trasformare i titoli provvisori in definitivi entro il 30 giugno 2012, in coincidenza con il passaggio al digitale su tutto il territorio nazionale. Se il contenuto della norma non andava bene si sarebbe dovuto intervenire prima, magari sostenendo qualcuno dei numerosi emendamenti presentati (anche dalla FRT) in sede di approvazione della legge. Non si può contestare al Ministero di aver applicato la legge". "Protestare adesso, in questi termini, è inutile", insiste la Federazione, per la quale  "va considerato che le imprese televisive (sia nazionali che locali) devono poter ammortizzare nel tempo le ingenti somme sostenute per la realizzazione degli investimenti necessari alla conversione degli impianti dall’analogico al digitale terrestre. Quindi la concessione ventennale è senz’altro giustificata. Il problema poteva semmai essere rappresentato da un eventuale provvedimento di assegnazione per le sole tv nazionali, tenendo fuori le tv locali. Per scongiurare questa ipotesi discriminatoria l’Associazione Tv Locali FRT il 29 giugno scorso aveva inviato al Ministero una richiesta formale di rilascio, entro il 30 giugno 2012, dei diritti d’uso definitivi anche in favore degli operatori di rete in ambito locale per una durata pari a 20 anni. In questo modo si sono scongiurate posizioni discriminatorie sul mercato. Basti pensare che l’offerta di capacità di trasporto di contenuti nazionali da parte di consorzi di operatori di rete locali, pur se espressamente prevista nel Regolamento (Delibera 353/011/CONS della AGCOM), sarebbe stata gravemente svantaggiata rispetto alla omologa offerta da parte degli operatori nazionali cui venissero assegnati diritti d’uso definitivi per la durata di 20 anni. Questi ultimi avrebbero potuto infatti offrire ai loro clienti la sottoscrizione di contratti stabili definitivi, mentre altrettanto non sarebbe stato possibile per i consorzi di emittenti locali che fossero titolari di soli diritti d’uso provvisori. Sulla concessione ventennale va ancora detto che l’assegnazione del diritto d’uso è comunque assoggettata a determinati vincoli. Per esempio la cessione dei canali (il c.d. "Trading delle frequenze") sarà possibile solo per uso televisivo. E’ vietata la cessione alle tlc. Inoltre lo Stato potrà apporre limitazioni, condizioni e obblighi sulle frequenze stesse, anche in seguito a disposizioni comunitarie che dovessero essere emanate in materia, a deliberazioni adottate dall’Autorità nonché ad atti e provvedimenti emanati dal Ministero dello Sviluppo economico. In conclusione, ora che il processo di digitalizzazione è concluso, è auspicabile che nell’immediato futuro le forze politiche possano concentrare i propri sforzi per proporre, valutare e/o sostenere soluzioni alla crisi del settore. Il settore ha, adesso, bisogno di interventi e provvedimenti finalizzati alla crescita e al consolidamento del nuovo mercato del digitale terrestre", conclude la FRT. (E.G per NL)

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