Mentre è attesa la decisione dell’Agcom sulla richiesta delle tv locali di ripristinare l’elenco previgente dei canali riservati dal Piano delle Frequenze agli operatori di rete nazionali (attuali e nuovi entranti), giunge notizia che questa settimana l’UE si potrebbe esprimere su una data coordinata di destinazione dei canali dal 61 al 69 UHF per il potenziamento di internet wireless.
La notizia non è di poco conto, perché, se da una parte Agcom potrebbe anche dare il proprio assenso alle richieste delle tv minori, la cui protesta aveva portato all’interruzione dei tavoli tecnici di martedì scorso (secondo alcuni rumors una decisione in tal senso potrebbe essere già stata assunta nel consiglio dell’Autorità del 9 settembre), la destinazione a breve (si parla del 1° gennaio 2013) di importanti risorse radioelettriche allo sviluppo di nuovi servizi attraverso la banda larga in mobilità che possano raggiungerà la quasi totalità dell’utenza, allarma le televisioni dell’area tecnica 3 (Lombardia e Piemonte orientale), che temono una forzata condivisione delle poche frequenze disponibili con la conseguente riproposizione di quegli stati interferenziali che si pensava di mettere alle spalle con l’abbandono dell’analogico. E invece, se davvero si vorrà accontentare tutti, il riutilizzo (attraverso soluzioni k-SFN o MFN) della medesima frequenza su bacini (interprovinciali, provinciali e subprovinciali) sarà inevitabile. La tv 2.0 potrebbe così essere alle prese con esigenze di "compatibilizzazione", "razionalizzazione" e "ottimizzazione" (concetti tecnico-giuridici inconcepibili all’estero) già dal giorno dopo lo switch-off. Intanto non si placa la polemica intorno all’impiego, su autorizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico, del canale UHF 58 (la migliore risorsa del dividendo digitale da assegnarsi con il beauty contest le cui regole sono state esaminate la scorsa settimana da Agcom) nelle aree già digitalizzate per la sperimentazione dell’HD di Mediaset. Così il segretario del PD Pier Luigi Bersani alla festa democratica di Torino: "Il governo rinunci all’ossessione del controllo sull’universo televisivo. Si mettano immeditamente in gara le frequenze liberate dal digitale terrestre e incassiamo un po’ di quei miliardi e investiamo dei soldi subito sulla conoscenza e sul sapere”. (A.M. per NL)