Attraverso la Delibera N. 39/19/CONS pubblicata oggi, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha reso noto il nuovo P.N.A.F., il Piano nazionale di assegnazione delle frequenze da destinare al servizio digitale terrestre in DVB-T2.
Nel dettaglio, il nuovo P.N.A.F. pianifica le frequenze per 12 reti nazionali in banda UHF, di cui una decomponibile per macroaree e una integrata da frequenze della banda III-VHF (circostanza che inciderà sul piano di assegnazione delle frequenze per la radio digitale DAB+), una rete locale di 1° livello in banda UHF con copertura non inferiore al 90% in ciascuna area tecnica (ad eccezione dell’area tecnica 3 – cioè Lombardia e Piemonte orientale – in cui sono pianificate 2 reti locali di 1° livello e delle sub-aree tecniche 4a e 4b – Trento e Bolzano – in cui sono pianificate ulteriori 3 reti locali di 1° livello); una o più reti locali di 2° livello in banda UHF senza vincolo di copertura nel bacino di riferimento, in ciascuna area tecnica.Le risorse frequenziali pianificate dal P.N.A.F. per le reti nazionali e per le reti locali di 1° livello sono riportate nell’allegato 1 al provvedimento, mentre quelle per le reti locali di 2° livello sono riportate nell’allegato 2.
I vincoli radioelettrici, valevoli ai fini della pianificazione, sono specificati nel documento di pianificazione di cui all’allegato 3.
Al di fuori dell’Area tecnica 3 (Lombardia e Piemonte Orientale), che dispone di 2 mux di primo livello e due di secondo livello (ma limitati a Bs/Cr/Lo/So e solo Bs), molte sono le aree complicate per indisponibilità di risorse radioelettriche o eccessiva frammentazione su scala provinciale di quelle disponibili.
Nel merito, abbiamo la situazione gravissima del Veneto con un mux di 1° livello e due mux di secondo livelli limitati a Bl/Vi e solo a Bl; il Friuli con un mux al 90% e un mux solo su Go/Ts; il Piemonte con, oltre al primo, un mux su At/Cn/To ed uno su At.
La Liguria che oltre al primo, ha un mux di secondo livello sostanzialmente regionale (escludendo La Spezia), va meglio dell’Emilia Romagna che oltre al mux di 1° livello, ha tre mux ma di cui uno a Bo/Mo e due a Pr/Re, similmente alla Toscana, che dispone, oltre al primo mux, di 5 mux di secondo livello polverizzati su piccoli gruppi di province.
Molto bene l’Umbria, con un mux pieno e tre mux di secondo livello e non male le Marche con un mux al 90% e un mux con 3 province su 5. Non altrettanto bene la coppia Abruzzo e Molise con un mux pieno e 5 mux monoprovinciali.
Il Lazio dispone invece del mux 1 e di 5 mux ognuno su una singola provincia, mentre va meglio la Campania, con un mux di 1° livello, un secondo mux praticamente regionale, un mux per Na/Ce e 3 mux monoprovincia.
La coppia Puglia e Basilicata dispone di mux 1 e un mux di secondo livello per la Puglia e 2 per la Basilicata (ma solo per Potenza); la Calabria, si dibatte con mux pieno e 3 mux monoprovinciali, mentre la Sicilia vede il mux 1 e 4 mux di cui solo uno multiprovinciale e gli altri 3 monoprovincia. Concludiamo con la Sardegna, che dopo il 1° mux, dispone di due mux per Nu/Og. (E.G. per NL)