Agcom, nell’ambito del procedimento concernente la prominence dei servizi di media audiovisivi e radiofonici di interesse generale e del sistema di numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre, avviato con delibera n. 149/22/CONS, sta inviando agli stakeholders una richiesta di contributi.
Consultazione preliminare a quella pubblica
La richiesta di informazioni precede la fase di consultazione nazionale sulla prominence dei servizi di interesse generale e l’accessibilità del sistema di numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre.
Prominence dei servizi radio-tv di interesse generale e del sistema LCN
Ricordiamo che il 19 maggio 2022, il Consiglio dell’Autorità aveva approvato l’avvio del procedimento avente ad oggetto l’adozione di linee guida e di prescrizioni regolamentari volte a garantire la prominence dei servizi di media audiovisivi e radiofonici di interesse generale e del sistema di numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre di cui all’articolo 29, commi 1, 2 e 7, del decreto legislativo n. 208/2021 (cosiddetto Tusma).
Rilievo ai servizi di interesse generale
Più a fondo, l’articolo 29 del Tusma prevede che l’Autorità emani delle linee guida che definiscano i criteri di qualificazione di un servizio come “di interesse generale” al fine di darne adeguato rilievo e delle prescrizioni regolamentari volte a garantire che il sistema di numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre sia installato e sia agevolmente accessibile su tutti gli apparecchi televisivi in tecnologia digitale terrestre.
Punti di vista sulla prominence
Al fine di raccogliere informazioni utili per lo svolgimento delle attività istruttorie dell’Agcom, la stessa ha richiesto di rispondere ad una serie di domande.
Per dare un’idea della questione, abbiamo contattato uno dei sindacati di emittenti locali (radio e tv) ultimamente più reattivo: l’Associazione MAVE (Media Audiovisivi Europei), tra gli stakeholders interpellati, al cui presidente, Vincenzo Dolce, abbiamo riformulato le medesime domande poste da Agcom.
Restringere il campo dei servizi di interesse generale
(Newslinet) – Il TUSMA già determina i requisiti affinché un servizio di media possa essere considerato come “servizio di interesse generale”. Volendo ulteriormente restringere il campo, quali paletti potrebbero essere inseriti?
(Vincenzo Dolce) – Secondo noi, l’attività di informazione mediante servizio di media audiovisivo o radiofonico, in aggiunta rispetto a quanto previsto dall’art. 6 del D. Lgs. 208/2021, dovrebbe essere considerata di “interesse generale” qualora non sia ad accesso condizionato e sia fruibile almeno su una piattaforma via etere (DTT, DAB, Sat).
Sistemi di garanzia
(NL) – Come garantire quella che Agcom definisce “la prominence dei servizi di interesse generale”?
(V.D.) – Dovrebbe essere contrastata – o quantomeno limitata – la tendenza degli OTT di presidiare i telecomandi attraverso tasti dedicati per l’accesso a piattaforme streaming preferenziali. L’iniziativa promossa con la Delibera 149/22/CONS offre la possibilità di favorire l’adozione di LCN armonizzati sulle varie piattaforme , come peraltro già avviene in altri paesi europei.
Facilitazione
Si tratterebbe di una facilitazione per i fornitori di servizi di media audiovisivi (FSMA) e per gli utenti che, digitando un LCN del DTT sul telecomando, potrebbero fruirne anche in streaming favorendo la diffusione del servizio.
Frammentazione dell’offerta
D’altro canto, la stessa iniziativa di Agcom prende atto della rilevanza della reperibilità dei contenuti in un contesto caratterizzato, grazie alla digitalizzazione ed alla diffusione della trasmissione su IP, da una vastità ed una frammentazione dell’offerta in cui non sempre risulta agevole identificare i contenuti rilevanti per la formazione dell’opinione pubblica.
Accesso preferenziale
In realtà, al di là della decisione dei produttori di televisori di inserire sui telecomandi tasti preferenziali per l’accesso ai contenuti streaming di Netflix, Prime Video, Disney, ecc. , la contromossa dovrebbe essere non già quella di affrontare una difficile guerra sulle icone presenti nei vari bouquet delle smart tv, ma di armonizzare gli LCN, così neutralizzando il rischio che la gestione del logical channel numbering su IP passi ai produttori tv, come sta già accadendo su alcuni modelli di televisori di case che dispongono di piattaforme proprie.
Piattaforme e dispositivi
(NL) – Agcom vi ha chiesto quali dovrebbero essere le piattaforme e/o i dispositivi su cui dovrà essere garantita la prominence dei servizi di interesse generale…
(V.D.) – Certamente andrà individuata una soluzione di armonizzazione degli LCN, presumibilmente imponendo ai produttori di tv di inserire di default le medesime numerazioni del digitale televisivo terrestre geolocalizzandole a livello nazionale e regionale.
Piattaforme captive
Nel caso di alcuni produttori che dispongono già di piattaforme proprie, ciò dovrebbe essere relativamente semplice. Per gli altri produttori, andrà individuata la soluzione tecnica più agevole. Il tutto, naturalmente, all’insegna della massima semplificazione per favorire l’utilizzo da parte del telespettatore.
Radio: DAB indoor attraverso il TV
Per quanto riguarda i contenuti radiofonici, considerato che tutti i televisori sono già dotati di sintonizzatore per la banda VHF, potrebbe essere agevole consentire la ricezione di contenuti radiofonici DAB+ attraverso l’associazione (ove presente) al tasto Radio del telecomando, oppure rimandando ad una icona specifica sul telecomando (o in subordine allo smart hub del televisore).
Aggregatori liberi
Inoltre, sullo smart hub dovrebbe essere prevista la presenza obbligatoria di almeno un aggregatore radiofonico “aperto” ed “indipendente”, che consenta, cioè, ad ogni emittente, di essere inserita senza particolari vincoli. Ovviamente parliamo di aggregatori che consentano l’inserimento dinamico di stazioni senza vincoli (il riferimento è a TuneIN, che da anni non inserisce nuove stazioni, ndr).
Modalità operative per garantire la prominence
(NL) – Nella sua richiesta, Agcom, correttamente, chiede quali siano le modalità con cui si ritiene possibile garantire l’installazione e l’accessibilità del sistema di numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre sui dispositivi idonei alla ricezione del segnale televisivo digitale terrestre. Come avete riscontrato?
(V.D.) – Nel caso di alcuni produttori che dispongono già di piattaforme proprie, ciò dovrebbe essere relativamente semplice in quanto si tratterebbe meramente di riservare alla fruizione IP gli LCN del DTT. Per gli altri produttori, andrà individuata la soluzione tecnica più agevole.
Contratti coi costruttori
(NL) – Un quesito complesso posto da Agcom riguarda lo stato dell’arte circa le modalità di reperibilità e visualizzazione del sistema di numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre sui dispositivi di ricezione attualmente commercializzati in Italia, anche con riferimento all’esistenza di eventuali contratti di licenza stipulati tra fornitori di servizi di media e produttori di apparati. Quale è la vostra posizione?
(V.D.) – Ci risultano contratti in tal senso da parte di almeno un costruttore, che però attengono esclusivamente l’inserimento nel relativo hub smart tv di app dei singoli fornitori SMA. Tali accordi prevedono quote di retrocessione dei maggiori introiti pubblicitari. (E.G. per NL)