La legge di stabilità 2011 ha recentemente sottratto nove frequenze (delle 56 esistenti e quindi circa 1/6) alla diffusione televisiva destinando le stesse ai servizi di diffusione mobile in banda larga cui verranno assegnate sulla base di una asta.
Una riduzione che per l’associazione di tv locali Aeranti-Corallo è stata posta "inaccettabilmente a carico del solo settore televisivo locale con la previsione di indennizzi irrisori per le relative dismissioni". "Occorre considerare che quando le frequenze vengono assegnate, alle tv locali spetta 1/3 delle risorse disponibili; non è quindi accettabile che quando gli spazi vengono ridotti, il ridimensionamento venga posto a carico delle sole tv locali", spiega il sindacato radio-tv in un comunicato inviato poco fa a questo periodico. "Inoltre, mentre alle tv locali vengono tolte nove frequenze, allo stesso tempo, attraverso un beauty contest, cioè una gara senza oneri, stanno per essere assegnate ulteriori sei frequenze alle trasmissioni televisive nazionali. Alcune di tali frequenze, peraltro, potrebbero essere assegnate a tv nazionali già titolari di altri multiplex di diffusione. In questo modo il sistema duopolistico della tv analogica terrestre verrà sostanzialmente perpetuato nei nuovi scenari digitali". "La manovra finanziaria varata nei giorni scorsi dal Governo e attualmente all’esame dal Parlamento – continua l’ente esponenziale – contrariamente alle aspettative del settore, non dà soluzioni alla problematica, introducendo peraltro una limitazione dei poteri della magistratura amministrativa per giudicare le eventuali controversie in materia e prevede la disattivazione coattiva degli impianti operanti sui canali 61 – 69 che non verranno dismessi dalle tv locali entro il 31 dicembre 2012". “Aeranti-Corallo ritiene che debbano essere completamente cancellate le inaccettabili norme che sottraggono frequenze all’emittenza locale relegando la stessa ad un ruolo assolutamente marginale del sistema televisivo", fa sapere Marco Rossignoli, coordinatore dell’associazione. "Occorre – aggiunge Rossignoli – che il Governo comprenda l’importante ruolo che hanno le emittenti locali nell’informazione sul territorio, nonché come volano dei consumi. Senza la pubblicità delle emittenti locali le piccole e medie imprese, infatti, non riescono a far conoscere i propri prodotti e servizi con ogni evidente conseguenza sul fronte dei consumi. Nell’ottica di una manovra finanziaria di emergenza, quale è quella attuale, il Governo dovrebbe, a parere di Aeranti-Corallo, abbandonare la logica duopolistica del mercato televisivo terrestre sostenendo le tv locali per sostenere l’intero sistema delle piccole e medie imprese che rappresentano l’asse portante dell’economia italiana. Occorre inoltre – conclude Rossignoli – garantire il pluralismo informativo sul territorio e l’occupazione lavorativa nel comparto, ritornando alle modalità originarie della transizione al digitale e garantendo quindi a tutte le tv locali di passare al digitale a parità di condizioni. Se il Governo non accoglierà le nostre istanze è molto probabile che la transizione al digitale, a causa delle nuove procedure, subisca rilevanti ritardi con gravi disagi per le imprese e per il pubblico degli utenti". (A.M. per NL)