L’annuncio della gara per le frequenze 5G che sottrarrà canali ai broadcaster tv paradossalmente ha fatto scattare in avanti il titolo Mediaset a Piazza Affari. E non solo quello, invero.
La ragione del curioso comportamento delle azioni del Biscione è un report di Ubs secondo la quale il titolo non sarebbe stato piu’ da vendere dopo le anticipazioni sull’asta per le frequenze 5G.
Come noto, la gara volta al potenziamento della banda larga mobile imporrà la liberazione delle frequenze attualmente occupate, determinando un indennizzo ai broadcaster televisivi che dovranno liberare le frequenze attualmente occupate ma non sempre sfruttate efficacemente quanto a capacità trasmissiva.
La notizia dell’asta competitiva “e’ positiva per gli operatori del settore perche’ c’e’ una sovracapacita’ e gli operatori potrebbero quindi ottenere nel 2022 il doppio effetto della riduzione della capacita’ e l’indenizzo per la cessione dei diritti d’uso”, spiegano infatti gli analisti di Equita.
E se il titolo di Mediaset sale dell’1,66% a 3,18 euro, va bene anche il gruppo Gedi (+2,9%), che insieme a Telecom Italia controlla il network provider DTT Persidera.
Il gruppo televisivo dei Berlusconi, spiegano gli advisor di Equita, con i suoi 5 mux e’ oggi l’operatore piu’ presente sulle frequenze a 700 MHz che andranno al 5G.
Ma, come detto, non solo il Biscione conseguirà vantaggi dalla ridistribuzione delle frequenze dopo il setaccio operato per la destinazione dei canali tv alle telco: gli altri operatori che potrebbero averli sono Rai e Persidera entrambi con 5 mux.
“Ci attendiamo – scrive Equita – che la norma possa considerare una redistribuzione delle frequenze nel 2022 in modo da avere una riduzione equilibrata della capacita’ fra i diversi operatori“.
Il gruppo Gedi (L’Espresso) ha il 30% di Persidera e, scrivono da Equita, il nuovo piano frequenzial “potrebbe favorire la valorizzazione della societa'”. Per Mediaset, peraltro, “si tratterebbe di una notizia positiva perche’ e’ previsto il ridimensionamento di Premium (nota palla al piede del Biscione, ndr) e otterrebbe dall’altro lato un indennizzo che potrebbe essere interessante”.
Il gruppo Cairo, invece, gestendo un mux solamente non dovrebbe essere coinvolto nella redistribuzione delle frequenze.
Piuttosto, i player potenzialmente penalizzati dalla riallocazione delle frequenze sono i tower operator Ei Towers e Rai Way che oggi gestiscono rispettivamente 8 mux e 3 mux, in caso di revisione dei contratti legati alla riduzione della disponibilita’ di mux.
Ad avvantaggiarsi sarà per converso Inwit (Telecom Italia), che gestisce prevalentemente torri a bassa quota, ideali per il 5G. “Low tower, low power”, sarà il must del towering del futuro, dicono gli esperti. (E.G. per NL)