“Con la firma ieri dell’accordo tra Vaticano, Francia e Italia per il coordinamento tirrenico delle frequenze, per la prima volta l’Italia parte con il processo di liberalizzazione dello spettro, anche alla luce del passaggio della banda 700 alle comunicazioni mobili, avendo definito in anticipo gli accordi internazionali”.
Così sottosegretario allo Sviluppo Economico, con delega alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli dopo la sottoscrizione del piano di coordinamento tecnico che ora è alla firma anche del Principato di Monaco.
“Abbiamo rispettato l’impegno assunto tre anni fa, all’inizio di questo cammino. Allora in tema di interferenze gli unici paesi sotto osservazione dell’Itu (International Telecommunication Union) erano Iran e Italia. Oggi la situazione è radicalmente cambiata tanto che rispetteremo la scadenza europea di fine anno per il raggiungimento degli accordi di coordinamento con i paesi confinanti”, ha assicurato Giacomelli.
A tenere banco in questi giorni è tuttavia il nodo degli indennizzi agli attuali occupanti della banda 700 MHz (player nazionali e locali) che avverrà attraverso la retrocessione di una quota degli introiti dell’asta per l’assegnazione delle frequenze per il 5G alle telco, per cui lo Stato stima un introito di 2,5 miliardi, cifra ritenuta da molti eccessivamente modesta, tenuto conto che sul piatto oltre ai canali dal 51 al 60 UHF vi sono altre porzioni dello spettro. Sul punto abbiamo recentemente fornito alcune indiscrezioni raccolte a riguardo dei valori in discussione. (E.G. per NL)