116 milioni di euro. Questo, secondo un rapporto di It-Media Consulting, è il giro d’affari generato dagli internauti europei che hanno scaricato video e film a pagamento. La cifra non è affatto ininfluente e soprattutto pare destinata, nel giro di soli tre anni, a decuplicarsi. La previsione di crescita relativa al 2011 è di 1,2 miliardi di euro, ben oltre le più rosee aspettative del settore. E’ interessante notare come la maggior parte di questo giro d’affari (92 milioni di euro) sia generata dal cosiddetto “download to rent” (letteralmente, scaricamento a noleggio, ndr), una tipologia di download che garantisce un accesso temporaneo al contenuto che si vuole consultare. Internet dunque viene considerato il mezzo adatto per scaricare del materiale da visionare immediatamente e senza badare eccessivamente alla qualità. Cosa ancor più positiva, questo mercato non risulta essere in benché minima concorrenza con le televisioni commerciali. Una indagine americana ci dice infatti che chi si scarica un programma tv per guardarlo dal proprio pc lo fa principalmente perchè non è riuscito a seguire il suo programma preferito quando è andato in onda o, addirittura, per avere la possibilità di rivederlo. Solo il 13% degli utenti utilizza il web come un’alternativa alla tv. Questo implica che la televisione avrebbe solo da guadagnare, mettendo a disposizione dei propri clienti online, i propri contenuti. Lo facessero anche senza richiedere alcuna forma di pagamento, ed inserendo solamente delle brevi interruzioni pubblicitarie, ci guadagnerebbero comunque. Quindi, il paragone con le uovo d’ora potrebbe essere decisamente azzeccato. (Davide Agazzi per NL)