Il tema della pirateria audiovisiva è quanto mai attuale. In molti lamentano le pratiche illegali di download di film e musica online. A farne le spese sono spesso gli artisti, i produttori, i registi, le industrie discografiche e gli addetti del settore. In ballo ci sono questioni di grande importanza relative al diritto d’autore, alla proprietà intellettuale e ai dipendenti dell’industria cinematografica. Secondo gli ultimi studi effettuati in America, nel 2007 il costo della pirateria mondiale era di 20 miliardi di dollari. Secondo recenti ricerche, il 25% degli italiani scaricherebbe materiale audiovisivo illegalmente, provocando danni pari a 500 milioni di euro. Stando agli ultimi dati Eurispes, i pirati sono in maggioranza giovani con un’età compresa fra i 16 e i 24 anni e il 15% degli intervistati ha dichiarato di aver scaricato film per uso personale, provocando un danno complessivo di 335 milioni di euro per i produttori di video e film. Per questi reati la legge italiana prevede diversi tipi di sanzioni, oltre al sequestro di materiale di qualunque tipo (hardware e software, cd, dvd, ecc.). Spesso però le norme risultano inefficaci nella concreta applicazione, in quanto, per esempio, è impossibile rintracciare chi scarica o guarda film in maniera illegale a causa dei vincoli sulla privacy. L’attività investigativa, infatti, attualmente scatta su segnalazione, soprattutto nel caso di attività imprenditoriali a scopo di lucro. Vista la gravità della situazione, il Governo si sta muovendo attraverso diversi progetti legislativi e sociali mirati ad affrontare il problema. E’, per esempio, in cantiere un programma di educazione nei licei e nelle università con lo scopo di mettere i ragazzi a conoscenza dei danni che loro stessi possono causare scaricando file pirata. Inoltre, il sottosegretario al governo Gianni Letta e il Ministro ai Beni Culturali Sandro Bondi hanno annunciato la costituzione di un tavolo tecnico contro la pirateria digitale e multimediale che riunirà forze industriali e Telecom, oltre alle associazioni di categoria e alla Siae, con lo scopo di stabilire regole valide e provvedimenti strategici, in collaborazione, inoltre, con altri operatori del settore come Fastweb, che potrebbero concretizzarsi in un decreto legge. “C’è un’assoluta mancanza di regole – ha speigato al Corsera (edizioni di ieri) il presidente della Federazione contro la pirateria audiovisiva Filippo Roviglioni – i politici sottovalutano il problema, pensano che si tratti di quattro “vù cumprà” per strada. Oppure ritengono che se i loro figli scaricano film da Internet è una ragazzata. E invece si commette un furto delle idee e del pensiero. Se riusciamo a far capire a coloro che commettono reato con le contraffazioni o scaricando illegalmente un film, che non saranno impuniti ma perseguiti, permetterebbe di abbassare dell’80% il fenomeno della pirateria. Questi signori che si divertono a giocare stanno intasando le linee fino al 70% creando difficoltà all’online, allo sfruttamento della banda larga, alla fibra di vetro”. Internet è uno strumento di grande importanza per i nostri tempi e va utilizzato in modo intelligente proponendo, ad esempio, l’acquisto in rete secondo regole di mercato, come accade già per la musica. Molti siti, infatti, permettono l’acquisto di brani musicali o l’ascolto in streaming gratuitamente pagando poi i diritti agli artisti. Intanto in Francia si sta facendo strada un nuovo decreto chiamato decreto Olivennes il quale prevede per gli utenti che praticano file-sharing illegale la sospensione del collegamento ad internet. Il decreto, dal nome dell’ideatore Denis Olivennes, direttore generale del Nouvelle Observateur e autore del libro “La gratuità è un furto: quando i pirati informatici uccidono la cultura”, sta per essere esaminato dal Senato. “La legge precedente era di difficile applicazione ma in linea di principio più severa – ha dichiarato lo stesso Olivennes – Chi scaricava film illegalmente rischiava realmente di andare in prigione. Noi abbiamo cercato di passare a un sistema pedagogico, nel quale non c’è multa né carcere ma avvertimenti, e solo se gli avvertimenti non funzionano c’è la sospensione provvisoria dell’abbonamento”. In Italia il 30 ottobre è previsto, presso l’Auditorium di Roma, il convegno “Pirateria e criminalità audiovisiva: quando la copia danneggia il mercato”, allo scopo di trovare una strategia costruttiva per combattere il problema. A Roma saranno presenti la Siae e l’Agis, il movimento Centoautori, che riunisce i maggiori registi italiani, i produttori e tutte le altre associazioni di categoria coinvolte. Le acque dunque si stanno muovendo. “Il sistema perfetto – conclude Olivennes – sarebbe artisti pagati e gratuità per il pubblico. Le colpe sono un po’ di tutti. Una mentalità utopica a sinistra ma anche un comportamento vergognoso da parte delle case discografiche che per anni hanno fatto pagare la musica a prezzi folli e completamente ingiustificati”. (Sara Fabiani per NL)