Il settimanale di Mondadori festeggia i suoi vent’anni con una serie d’iniziative. Patrizia Avoledo: “ci sentiamo capaci di parlare alle nuove generazioni di donne”.
Avere vent’anni, quanti bastano per godere d’un’autorevolezza che in pochi possono vantare, per far sentire le proprie lettrici al sicuro tra le pagine del proprio giornale di fiducia. E avere vent’anni, solo vent’anni, e quella freschezza per potersi permettere di parlare con le donne a tu per tu, come ad un’amica, giovane, motivata, che guarda al futuro. Il 2008 è l’anno dei vent’anni di “Donna Moderna”, il settimanale femminile più venduto in Italia, edito da Mondadori. La redazione del giornale ha deciso di festeggiare la ricorrenza organizzando una serie d’iniziative che si articoleranno lungo tutto l’anno solare e che inizieranno il prossimo 8 marzo, giorno della Festa della Donna, con un convegno a Milano sul tema della violenza sulle donne. Per questo importante compleanno, infatti, “Donna Moderna” ha deciso di dedicarsi ad uno dei temi più delicati e “maturi” che riguardano l’universo femminile, ovvero la violenza, spesso non denunciata, subita dalle donne, di quella tra le mura domestiche a quella nelle strade, specie nelle grandi città, non sempre sicure. Il progetto è annunciato dalla direttrice Patrizia Avoledo, e dalla condirettrice Cipriana Dall’Orto, in occasione di un’intervista, che sarà pubblicata domani da Prima Comunicazione. “Per noi – spiega la Avoledo – questo compleanno significa contemporaneamente avere già vent’anni, con tutta l’autorevolezza e la solidità che comporta, e avere solo vent’anni, perché ci sentiamo capaci di parlare alle nuove generazioni di donne”. E proprio le nuove generazioni di donne sono quelle cui s’intende rivolgersi, per sensibilizzarle sul tema della violenza, perché si rompa il silenzio e si inizi a denunciare, anche per quanto riguarda la violenza domestica. “Abbiamo voluto portare l’attenzione su un tema così difficile e scioccante – dice, ancora, la direttrice – un milione di donne nell’ultimo anno ha subito maltrattamenti o violenze e solo un colpevole su cento viene condannato. La campagna, che viene portata avanti sia dal giornale sia dal nostro sito www.donnamoderna.com, coinvolge in prima persona, come è abitudine di Donna Moderna, le lettrici che possono aderire a un appello, dare un contributo concreto e raccontare in forma anonima le loro esperienze”. Sensibilizzare l’opinione pubblica, quindi, ma non solo. Non bastano campagne di sensibilizzazione a risolvere il problema. È per questo che “abbiamo avviato, con il sostegno dell’associazione Pangea, una raccolta di fondi che andranno a quattro centri antiviolenza”, racconta la condirettrice Dall’Orto. Perché le donne che hanno avuto il coraggio di denunciare vengano messe nelle condizioni di rifarsi una vita, di avere un’indipendenza economica e di ricominciare daccapo. E magari di raccontare la propria storia alla redazione di “Donna Moderna”. (G.M. per NL)