Dividendo esterno (61/69). Wind punta all’upgrade: un miliardo di euro entro 2011 per acquisto frequenze mobili e per sviluppo Ngn

Con l’arrivo di Vimpelcom, Wind, la società telefonica nata da una costola dell’Enel, poi passata alla Orascom di Naguib Sawiris e ora ai russi, è pronta per una nuova stagione.

Lo assicura Ossama Bessada, da meno di un mese nuovo amministratore delegato, nonché responsabile per Europa e Nord America di Vimpelcom. "Il consolidamento sarà inevitabile e noi siamo interessati a tutto ciò che è in vendita". "Ora facciamo parte di un gruppo, Vimpelcom, che ha un livello di indebitamento molto basso ed è forte – spiega Bessada – e noi per i prossimi sei anni non abbiamo scadenze. La prima è nel 2017". L’Italia "sarà sempre più importante" garantisce il manager. "Restiamo italiani. E’ vero che c’è stato un passaggio di controllo ma c’è continuità dovuta al fatto che uno degli azionisti di Vimpelcom è Sawiris". Per il manager servirà sempre di più fare economia di scala e "quindi fondersi". "Non faccio nomi. Posso solo dire che siamo interessati a tutto ciò che ci consente di fare sinergie al giusto valore". Al momento, tuttavia, non è stato ancora definito un budget per le acquisizioni. Bessada conferma che Wind intende investire "un miliardo di euro l’anno, come abbiamo fatto finora, al netto delle acquisizioni, dell’esborso per l’acquisto delle frequenze mobili che andranno all’asta e degli eventuali investimenti nell’Ngn". Due dossier, questi ultimi, che stanno in cima all’agenda del numero uno di Wind. "Noi potremmo stare ancora tre anni senza altre frequenze – spiega – ma l’asta c’è adesso e quindi dobbiamo anticipare. Non c’è alternativa: è impossibile installare nuove torri e il percorso per costruire una rete qui è tra i più complessi d’Europa. Servono regole semplici che aiutino a espandere le infrastrutture. Sarà importante anche la formula di pagamento delle frequenze perché per poterle utilizzare in maniera efficiente servono almeno cinque anni: dipende dalla burocrazia ma soprattutto dalla disponibilità di apparati, dal mercato". L’altro capitolo è quello della Ngn: «Nessuno può forzare Telecom a fare un progetto congiunto, loro hanno i loro piani – ammette Bessada -. Certo la sua presenza aumenterebbe l’efficienza per tutti, ma possiamo farla anche da soli. Attualmente ci sono più tavoli aperti, con l’AgCom, con il ministro Romani. Ma la cosa migliore sarebbe realizzare la rete tutti insieme. Di certo non potremmo accettare di essere semplici rivenditori sulla fibra di Telecom». Una possibilità poteva essere Metroweb, per la quale Wind aveva presentato un’offerta insieme a Vodafone e Clessidra, alla quale è stata però preferita quella di F2i. (TM News)
 

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