Il governo si mostra disponibile a valutare un aumento dei 240 milioni previsti dalla legge di Stabilità quale massimale del 10% da destinare alle tv locali degli introiti dell’asta delle frequenze del digital dividend esterno (finalizzato a potenziare la banda larga mobile).
Lo ha riferito il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani intervenendo al consesso romano di Aeranti-Corallo. A riguardo, ricordiamo che la legge di Stabilità prevede che dei 2,4 miliardi d’ipotetico introito (ma i telefonici hanno fatto sapere che le loro offerte saranno molto più basse) una quota pari al 10%, ma comunque non superiore a 240 milioni, venga utilizzata per "promuovere un più efficiente uso dello spettro" destinato a radio e tv locali. Si tratta di una definizione per connotare il sostanziale indennizzo destinato alle tv locali che decideranno di abbandonare le frequenze occupate tra i canali 61 e 69 UHF senza chiedere di essere ricollocate (posto che se tutti lo chiedessero sarebbe impossibile garantire spazio per tutti gli attuali operatori di rete locali). "Quello che non va è il fino a 240 milioni. Io non capisco perché, se il risultato della gara dovesse andare oltre i 2,4 miliardi, ci si debba fermare lì", ha sottolineato Romani, ribadendo peraltro un concetto già espresso in precedenza. "Possiamo incominciare a discutere, perché non vedo come mai il 10% non debba valere anche oltre i 2,4 miliardi. Io mi impegno a rappresentare questa posizione a chi di dovere", ha ribadito. Ma, nonostante l’apparente apertura, la sostanza non cambia, perché il ministro ha fermamente escluso la possibilità di aumentare la dote da 240 a 720 milioni, come chiesto dalle emittenti locali. La guerra giudiziaria da parte delle tv locali per contrastare l’abbandono obbligato della porzione di banda destinata ai telefonici è quindi certa, come è certo che, senza una garanzia di effettiva disponibilità delle frequenze, la maggior parte degli operatori tlc diserterà l’asta. Il rischio quindi che il potenziamento del web wireless italiano sia spostato sine die e che le tv locali entrino in un periodo indefinito di incertezza operativa, è elevatissimo. (M.L. per NL)