Scade domani alle 12 il termine per la presentazione delle domande di ammissione alla gara per le frequenze destinate alle reti mobili ad alta velocità (4G), dalla quale il Governo si aspetta un introito di 2,4 miliardi di euro, che potrebbero salire a 3,1 se tutte le frequenze in vendita dovessero essere acquistate dagli operatori telefonici concorrenti.
Entro il 29 luglio il governo farà sapere chi è stato ammesso alla gara. Da quel momento le aziende avranno tempo 30 giorni, ovvero fino al 29 agosto, per presentare le offerte. Il giorno dopo ci sarà l’apertura delle buste e, qualora fosse necessario, il 31 agosto partirà la fase dei rilanci. Lo Stato metterà a gara le frequenze 800 (i canali tv UHF 61-69), 1800, 2000 e 2600 MHz (in parte liberate dal ministero della Difesa e dal passaggio al digitale terrestre). Lo spettro sarà diviso in blocchi, per un totale di 255 MHz che potranno essere pagati, per la parte eccedente i 2,4 miliardi, anche a rate. Nella manovra è stata prevista la liberazione coatta delle frequenze che saranno messe a disposizione delle imprese che vinceranno l’asta a far data dal 1° primo gennaio 2013. Se le tv locali, che oggi utilizzano pressoché esclusivamente queste frequenze, non le rilasciassero entro il 31 dicembre 2012 la Polizia delle Comunicazioni provvederebbe alla "disattivazione coattiva" degli impianti. La procedura di assegnazione delle risorse frequenziali sarà anche in parte sottratta alla giurisdizione amministrativa, privata parzialmente di poteri d’intervento con una norma secondo molti giuristi in odore di incostituzionalità. Il governo, infatti, ha previsto, in caso di accoglimento dei ricorsi all’Autorità giudiziaria, la sola possibilità di un risarcimento economico, ma non la concessione di provvedimenti volti a consentire la prosecuzione dell’esercizio delle frequenze attualmente occupate. A partecipare sono attesi tutti i big del settore come Telecom Italia. (fonte Reuters)