Il braccio telematico dell’esecutivo, il CNIPA (Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica amministrazione), che ne ha curato lo sviluppo, ha annunciato che si è conclusa l’integrazione tra oltre un milione di telefoni e oltre 550 mila computer della pubblica amministrazione, grazie ad una rete che viene definita, senza mezzi termini, la più grande rete telematica pubblica in Europa. Gli effetti previsti con questa novità vanno, saranno omnidirezionali: recupero di efficienza, maggiore sicurezza dei processi e delle comunicazioni della rete, maggiore affidabilità, connettività e risparmio, fino al dimezzamento degli attuali oneri di esercizio. Tra le qualità vantate dal CNIPA vi sono cifre come “16.000 collegamenti ad alta velocità necessari per connettere 58 domini delle amministrazioni centrali e oltre 200 di quelle territoriali“. Oltre alla rete nazionale, l’SPC ne sfrutta anche un’estensione estera, la cosiddetta RIPA, Rete Internazionale della Pubblica Amministrazione italiana, che collega 450 delle sedi pubbliche in oltre 120 paesi. Una rete, che permette tra l’altro ad ambasciate o consolati il rilascio del passaporto elettronico. La nascita di SPC manda invece definitivamente in pensione la RUPA, la Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione che era attiva dal 1999. Ad aumentare è anche la larghezza della banda, che passa da 29,3 Gigabit/sec a 70 Gigabit/sec. Grazie inoltre anche all’introduzione del VoIP (Voice over internet protocol), si otterranno dei risparmi che secondo il ministro all’Innovazione nella P.A. Luigi Nicolais saranno molto consistenti per l’amministrazione centrale: “Per la propria interconnessione dati – svoltasi sinora mediante la RUPA – (la spesa) si è così più che dimezzata, passando da 130 milioni di euro del 2005, anno d’avvio del progetto, ai 54 milioni di euro attuali, ma con prestazioni incrementate”. Un ruolo decisivo nella realizzazione de progetto l’hanno giocato, in modo particolre, le telco che hanno vinto la gara d’appalto, ossia Fastweb, BT ITalia, Wind e Telecom Italia. “Varato il sistema nazionale – ha dichiarato Beatrice Magnolfi, sottosegretario all’Innovazione – ora comincia la seconda fase che comporta la trasformazione dell’SPC in una rete federale, compatibile con quella di Regioni, Province, i Comuni, Comunità Montane e gli altri enti locali, e che metterà in contatto tutte le amministrazioni pubbliche del Paese,e permetterà una completa cooperazione applicativa nello scambio di dati, di cui a beneficiarne saranno soprattutto cittadini ed imprese”. “Alla realizzazione di SPC -si legge in una nota del CNIPA- hanno partecipato con il CNIPA anche altri operatori. Ad esempio, si è avuta la collaborazione da parte dei più importanti punti di scambio del traffico Internet in Italia, il MIX di Milano ed il NAMEX di Roma, che ospitano nelle proprie sedi gli snodi del traffico SPC fra gli operatori e che rendono semplice lo scambio dei dati fra la Pubblica Amministrazione ed Internet. È stato inoltre realizzato un Centro di supervisione, gestito dall’IBM, a garanzia superpartes della qualità dei servizi forniti e del coordinamento dei sistemi di sicurezza. Per la prima volta al mondo, si è assistito alla nascita di community estesa della sicurezza ICT della Pubblica Amministrazione. Ogni amministrazione ha costituito, infatti, al proprio interno un’unità locale di sicurezza per intervenire nelle fasi di prevenzione e gestione degli incidenti. È questo il primo caso di un sistema pubblico che, in origine, dà priorità assoluta alla sicurezza telematica per tutelare cittadini ed imprese con strumenti specifici ed un’organizzazione dedicata”.(Paolo Masneri per NL)