Diritto dell’informazione, Abruzzo: per i giornalisti indispensabile un «mosaico culturale di vasto respiro».

“I giornalisti devono osteggiare i confini di un mestiere che vorrebbe privilegiare la quantità a scapito della qualità. Evitare che l’informazione diventi comunicazione e che la comunicazione sia portata decisamente verso la chiacchiera…”


dalla newsletter del sito Franco Abruzzo.it

“Direfarescrivrere” (mensile di cultura e scrittura) Anno IV- n. 25 gennaio 2008

Da un professionista del giornalismo un’opera puntuale, completa, dettagliata. Pubblicato dal “Centro di documentazione giornalistica” (Roma)

di Alessandra Morelli

«I giornalisti devono osteggiare i confini di un mestiere che vorrebbe privilegiare la quantità a scapito della qualità. Evitare che l’informazione diventi comunicazione e che la comunicazione – come in qualche misura sta già avvenendo – sia portata decisamente verso la chiacchiera [.]. Per questo, i giornalisti hanno il dovere di difendere il loro lavoro [.] Il lavoro si difende con la preparazione culturale: studiando, aggiornandosi e adeguando il proprio bagaglio culturale». Queste le parole di Lorenzo Del Boca – presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti – che fanno da Prefazione al Codice dell’informazione e della comunicazione (Centro di documentazione giornalistica, Roma, ? 95,00, pp. 2176) di Franco Abruzzo, e che, da quest’ultimo, sono meglio spiegate ed argomentate nell’Introduzione.

L’autore, infatti, già presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, afferma che il suo scopo è quello di suscitare impegno civile e passione e di dimostrare che non basta solo scrivere bene per essere un buon giornalista e comunicatore; c’è bisogno di un «mosaico culturale di vasto respiro» da acquisire attraverso l’apprendimento di discipline quali la sociologia, l’economia, l’informatica, la storia, la politologia, la legislazione sui media, le lingue straniere e, ovviamente, le regole deontologiche. Ma, per farsi strada nel campo della comunicazione e del giornalismo, oltre ad un valido background culturale, sono fondamentali anche doti personali quali l’intuito, la curiosità, l’intelligenza, l’istinto, il saper raccogliere e raccontare le notizie poiché la società non è più quella del giornalista tuttofare; al contrario oggigiorno si richiedono specializzazioni e conoscenze approfondite.

Il testo di Abruzzo, completamente aggiornato nel formato e nella grafica, giunto alla sua quinta edizione, è stato trasformato in una collana di tre volumi.

Le fonti giuridiche italiane, comunitarie e internazionali

Il primo libro raccoglie le fonti giuridiche italiane, comunitarie ed internazionali di cui un giornalista, uno studio legale o tutti coloro i quali lavorano nell’ambito della comunicazione e dell’informazione dovrebbero avere padronanza, o almeno una approfondita conoscenza, così da muoversi adeguatamente nel campo dei diritti e doveri.

Il contenuto di questo primo tomo è suddiviso in altre sei parti. Nella prima sono esplicati gli statuti, i trattati e le convenzioni internazionali di alcune tra le principali organizzazioni internazionali e regionali (e dei loro organi), nei quali sono istituiti i fini e gli scopi di questi enti, i mezzi e gli strumenti tramite i quali perseguirli, i diritti e i doveri degli stati membri. Tra quelli di maggiore rilievo: lo Statuto delle Nazioni unite, lo Statuto della Corte internazionale di giustizia (Cig), il Trattato istitutivo dell’Unione europea, la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (Cedu), la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, il Patto internazionale di New York sui diritti economici, sociali, culturali, civili e politici (Iccpr).

La seconda parte è dedicata al diritto pubblico italiano quindi in primis la Costituzione repubblicana ma anche, tra le tante altre norme, la l. 8 febbraio 1948, n. 47 sulla stampa, nella quale si legge la definizione di stampa o stampato e si specifica quali sono tutti i requisiti che un giornale deve possedere per essere pubblicabile (un direttore responsabile, un proprietario, le indicazioni obbligatorie, la registrazione al tribunale ecc.), le disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica, la disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni. Inoltre in Appendice sono riportati lo Statuto del Regno d’Italia del 4 marzo del 1848 e l’ Editto albertino del 26 marzo 1848 sulla stampa.

La terza parte esamina l’ordinamento della professione giornalistica ovvero le norme del codice civile che regolano la protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio (quali considerare opere, chi sono i soggetti titolari di tali diritti, le differenti categorie delle opere, le difese e le sanzioni penali per gli illeciti ecc.), la norma che istituisce l’ordine dei giornalisti nella quale si enuncia dei diritti e dei doveri di tale professione («È diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettata a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede.[.]») dell’iscrizione negli elenchi, dell’esercizio o della professione di giornalista, della disciplina degli iscritti; la direttiva comunitaria relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali e altre disposizioni normative sull’esercizio della professione tra cui anche il richiamo ad importanti sentenze della Corte costituzionale quali quella che stabilisce l’incostituzionalità della norma che esclude che il direttore responsabile di quotidiano, periodico o agenzia di stampa possa essere iscritto nell’elenco dei pubblicisti

Altro argomento affrontato è la deontologia professionale. Il “codice etico” che regola la professione di giornalista e comprende il testo unico della privacy, per garantire che «il trattamento dei dati personali si svolga nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, nonché della dignità dell’interessato, con particolare riferimento alla riservatezza, all’identità personale e al diritto alla protezione dei dati personali.», la Carta dei doveri del giornalista («il giornalista deve rispettare, coltivare e difendere il diritto all’informazione di tutti i cittadini [.], la responsabilità del giornalista verso i cittadini prevale sempre nei confronti di qualsiasi altra [.], il giornalista non può discriminare nessuno per la sua razza, religione, sesso, condizioni fisiche o mentali, opinioni politiche [.]»), la risoluzione e la raccomandazione del Consiglio d’Europa relative all’etica del giornalismo, la risoluzione del Parlamento europeo sulla segretezza delle fonti di informazioni dei giornalisti, le regole sulla pubblicità ingannevole e comparativa.

Il discorso si sposta sugli statuti e i relativi regolamenti della Fnsi (Federazione nazionale della stampa italiana) ovvero il sindacato dei giornalisti, dell’Inpgi (Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti), della Casagit (Cassa autonoma di assistenza integrativa dei giornalisti italiani), il contratto nazionale di lavoro giornalistico ovvero le norme che «regolano il rapporto di lavoro tra gli editori di quotidiani, di periodici, le agenzie di informazioni quotidiane per la stampa, l’emittenza radiotelevisiva privata di ambito nazionale e gli uffici stampa comunque collegati ad aziende editoriali, ed i giornalisti che prestano attività giornalistica quotidiana con carattere di continuità e con vincolo di dipendenza anche se svolgono all’estero la loro attività».

L’ultima sezione illustra le leggi in materia di editoria, di sistema televisivo e di antitrust. Più nello specifico, per quanto riguarda il mondo editoriale, la disciplina delle imprese editrici e provvidenze per l’editoria, le nuove norme sull’editoria e sui prodotti editoriali, la delibera che istituisce la nascita del Roc (Registro degli operatori di comunicazione) al posto del precedente registro per la stampa; nell’ ambito del sistema televisivo, le nuove norme in materia di diffusione radiofonica e televisiva, la “Legge Mammì” che disciplina il sistema radiotelevisivo pubblico e privato, la “Legge Gasparri”, la “Legge Maccanico” che istituisce l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni e le norme sui sistemi delle telecomunicazioni e radiotelevisive, le norme per la tutela della concorrenza e del mercato.

La storia del giornalismo. La sintesi dei maggiori argomenti

Il secondo volume ripercorre la storia del giornalismo dalla nascita della tipografia a caratteri mobili inventata da Johannes Gutenberg alla comparsa dei primi computer, che hanno favorito lo sviluppo e l’espansione dei giornalismo sul web, fino ai più recenti fenomeni dellafree press, ovvero la stampa gratuita, e della tv digitale.

Il primo giornale stampato nasce ad Anversa nel 1605 e da qui dilaga in tutte le principali capitali europee, Londra, Parigi, Vienna; inoltre, a ridosso della diffusione della carta nel XIV secolo, nascono le stamperie, elemento che facilita e incrementa il divulgarsi delle notizie fino al sorgere delle prime pubblicazioni europee, le cosiddette “Gazzette”. Inizialmente, avevano due o quattro pagine e il formato di un libro, nella seconda metà del Seicento, invece, il numero delle pagine aumenta fino ad otto e la periodicità diventa bisettimanale; nel Settecento, i giornali cominciano a prendere il nome di “Corriere” o “Post” proprio perché arrivano per corriere o in diligenza con la posta. Da questo momento in poi l’evoluzione tecnologica delle tipografie e della stampa dei giornali sarà vitale per la trasmissione delle notizie a distanza; invenzioni come il telegrafo ottico, la compositrice meccanica o linotype, la macchina da scrivere porteranno la fine dell’età del piombo determinando i primi passi per la fattura elettronica dei giornali. Ma la vera rivoluzione per la diffusione delle notizia, insieme alla radio e alla televisione, arriverà con l’invenzione del personal computer e del sistema di collegamento in rete. Internet rivoluziona la distribuzione dell’informazione così come la tv digitale moltiplica i canali su cui vedere i programmi.

Abruzzo analizza e rielabora la storia del «quarto potere» (Edmund Burke denominò così la stampa nel periodo in cui in Francia si imponeva la Rivoluzione francese) ricostruendone le tappe principali, a livello nazionale e internazionale quindi la nascita e le trasformazioni dei maggiori periodici e quotidiani – tra gli “storici” il Corriere della sera, Il Messaggero, Il Resto del Carlino ecc. -, i personaggi che hanno occupato posti di rilievo quali fondatori delle testate, direttori, editori, cronisti di spicco per le loro capacità particolari, i maggiori eventi che hanno contribuito all’evolversi della figura professionale del giornalista (ad esempio, nel 1965 l’istituzione dell’Ordine rappresenta la conquista di una radicata aspirazione dell’autonomia e dell’autogoverno), i cambiamenti e le innovazioni che le nuove tecnologie hanno apportato allo svolgimento della professione; difatti internet stravolge i tempi delle notizie poiché le informazioni viaggiano in tempo reale. In particolare, un ampio capitolo è dedicato al giornalismo italiano e a come si è evoluto nel corso degli anni Novanta e fino al più recente presente; altrettanto interessante è la parte nella quale viene spiegata la storia dei giornali italiani testata per testata.

Insomma, Abruzzo ricostruisce, tramite i giornali, la storia dell’Italia, dimostrando attaccamento e passione per il nostro paese e, naturalmente, per il giornalismo medesimo.

Nel terzo volume sono illustrati in modo dettagliato ben novecento argomenti riguardanti il diritto dell’editoria, del giornalismo, della televisione ed internet, di teoria, linguaggio e pratica giornalistica: dalla Costituzione della repubblica italiana alla pubblica amministrazione, dalle regole, le terminologie e le tecniche dell’attività giornalistica alla legge sulla professione giornalistica, dal diritto di cronaca e la privacy fino alla legge dei media, il contratto e la previdenza, dal rapporto tra il giornalista e la giustizia fino a quello tra il giornalista e le istituzioni internazionali. Quasi tutti i capitoli sono inframmezzati da Appendici nelle quali l’autore approfondisce alcune materie tramite analisi e ricerche da lui stesso effettuate; inoltre l’ultima parte, il cosiddetto Abruzzino, è un compendio degli argomenti discussi nell’esame orale di giornalista nelle sessioni 2001-2005.

Quest’ultimo volume presenta una struttura molto particolare ed utile, soprattutto a coloro i quali devono sostenere l’esame di giornalista professionista o lavorano in questo settore, poiché è una sorta di supersintesi di domande e risposte di veloce ed immediata consultazione.

Abruzzo, che nell’Introduzione definisce i suoi volumi come tre manuali “di servizio”, è certo di aver lavorato per soddisfare l’interesse e la curiosità di professionisti della comunicazione, quindi per i giornalisti che lavorano nei quotidiani, nei periodici, nelle emittenti radio-televisive, negli uffici stampa, per i free lance, ma, soprattutto, per quanti hanno desiderio di avvicinarsi o entrare a far parte di questo mondo dei media e dell’informazione – il testo è da più di diciotto anni il principale riferimento per l’esame da giornalista professionista – e capire quanto tale professione possa essere, sì appassionante e stimolante, ma anche particolarmente complessa e doverosa. L’opera si rivolge anche ai giovani studenti universitari e ai cittadini che «intendono difendere i loro diritti di protagonisti del sistema costituzionale italiano».

Un’opera approfondita e completa in un’epoca come la nostra in cui, da una parte, la comunicazione e l’informazione sembrano frammentate e criptiche per via della velocità con cui le notizie si susseguono l’una all’altra; dall’altra, i media ci bombardano senza concederci il tempo di capire in dettaglio quanto ci accade intorno e come si evolve.

Alessandra Morelli (direfarescrivere, anno IV, n. 25, gennaio 2008)

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Direttore responsabile: Fulvio Mazza.

Coordinamento: Clementina Gatto.

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Simona Ratto, Riccardo Ricceri, Alessandro Tacconi, Silvia Tropea e Caterina Vasi.

La rubrica Questioni di stile è curata da Alessandra Morelli.

direfarescrivere è on line nei primi giorni di ogni mese.

Registrazione presso il Tribunale di Cosenza n. 771 del 9/1/2006.- Codice Cnr-Ispri: Issn 1827-8124.

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