Cala il sipario su Youtube-MP3.org, che ha concluso con un accordo la vicenda legale che lo aveva coinvolto nell’ultimo anno in seguito all’azione intentata dalle maggiori case discografiche americane e inglesi.
Youtube-MP3.org è uno dei numerosi servizi gratuiti online che consente – semplicemente copiando e incollando l’URL di una pagina YouTube – di convertire in formato audio (mp3, ma non solo) e scaricare i contenuti della nota piattaforma di video streaming freeware.
Questa pratica è nota come “stream-ripping”, cioè la copia ed il trasferimento di un contenuto che dovrebbe essere fruibile esclusivamente in streaming, per renderlo invece disponibile su un pc o un diverso device. Il ripping di per sé può non essere una pratica illegale, perché magari finalizzato al backup (si pensi al passaggio di dati da un CD ad un disco rigido), ma diventa certamente illecito quando è svolto in violazione del copyright, cioè quando ha lo scopo di distribuire il materiale copiato su reti peer-to-peer o comunque renderlo disponibile gratuitamente e senza la corresponsione dei dovuti diritti d’autore.
Youtube-MP3.org è rapidamente diventato lo spauracchio dell’industria della musica, la cui lotta si è spostata dalla pirateria al fenomeno dello stream-ripping: grazie a questo tipo di servizi facili da usare, veloci e gratuiti, moltissime persone – soprattutto adolescenti – hanno riempito le proprie playlist a costo zero, causando danni economici ingenti – a detta delle case discografiche – al mercato musicale. Per questo motivo major come Sony, Warner e UMG (assieme ad altre, riunite nel RIAA, Recording Industry Association of America, cioè l’associazione delle etichette discografiche statunitensi) nel 2016 hanno sporto denuncia contro la società cui fa capo Youtube-MP3.org, la tedesca PMD Technologie UG e il suo fondatore Philip Matesanz.
Durante il procedimento svoltosi davanti ad una corte federale della California, le major hanno accusato Youtube-MP3.org di essere il responsabile di oltre il 40% di tutto il ripping audio che avviene online e hanno presentato documenti attestanti la violazione del copyright per 304 canzoni – tra cui “Born This Way” di Lady Gaga e“Get Ur Freak On” di Missy Elliot – estratte illegalmente dai corrispondenti video presenti su YouTube, tra l’altro violando fraudolentemente le procedure di tutela del copyright presenti sulla piattaforma.
La presenza dei file audio sui server della PMD Technologie UG ha reso la prova dell’illecito molto semplice, così dopo un anno la società tedesca ha capitolato prima di giungere a sentenza: il 25 agosto scorso Matesanz ha sottoscritto un accordo con cui accetta di addossarsi ogni responsabilità e di consegnare il sito Youtube-MP3.org alla RIAA, nonché di corrispondere il risarcimento del danno (del quale però non si conosce ancora l’entità). Nell’accordo è previsto, ovviamente, anche l’obbligo per Matesanz di astenersi dal replicare in ogni modo il servizio che veniva fornito da Youtube-MP3.org.
Non è da escludersi che nuovi servizi di stream-ripping fioriscano sul web più o meno alla luce del sole, ma grazie a questo successo su uno dei primi e più diffusi siti dedicati, la mannaia delle case discografiche potrà ora abbattersi sui nuovi offerenti di questo tipo di servizio. Intanto, nelle more della convalida dell’accordo da parte della corte, Youtube-MP3.org è ancora online, ma ad ogni tentativo di ripping degli utenti mostra un “momentaneo” cartello di errore. (V.D. per NL)