E pensare che poco più di un anno fa erano su posizioni diametralmente opposte. Univideo ne chiedeva l’abrogazione, SIAE lo definì indispensabile Siae e Univideo hanno sottoscritto un protocollo d’intesa (Memorandum of Understanding) per semplificare la gestione del contrassegno. Ricordiamo che scopo del “bollino” dovrebbe essere quello di certificare l’autenticità delle opere riprodotte su supporti ottici e magnetici. Il contrassegno, oltre ad essere un segno distintivo delle opere d’ingegno, dovrebbe anche essere un utile strumento di contrasto alla contraffazione. Sulla base di questo accordo, che potremmo definire storico, solo le imprese di duplicazione, in possesso di specifici requisiti, otterranno dalla Siae stock di contrassegni semipersonalizzati per i produttori che ne faranno richiesta. Grazie a questa innovazione è possibile agevolare le operazioni di commercializzazione eliminando anche i tempi di attesa per la richiesta dei contrassegni. Preme ricordare ai lettori di queste pagine che solo nel 2007 – non tanto tempo fa, considerato che la “sticker story” tiene banco da quasi dieci anni – entrambi i soggetti che giorni fa hanno siglato l’accordo, si trovavano su posizioni più che opposte. Ricordiamo che, quando ancora operava il Ministro Bersani, il buon Davide Rossi – Presidente Univideo – tuonava chiedendo l’abrogazione del bollino SIAE mentre la SIAE, facendo esplicito riferimento ai contenuti del “Libro Verde sulla lotta alla contraffazione e alla pirateria nel mercato interno” – redatto dall’UE con l’ausilio del Commissario Mario Monti nel 1998 – definiva il contrassegno uno strumento di garanzia e di autenticazione dei prodotti. Rispondeva Davide Rossi testualmente dalle pagine di una testata di settore “Siae fa riferimento a un libro verde sulla lotta alla contraffazione (che anche l’Univideo ha contribuito a scrivere insieme a tante altre associazioni dell’audiovisivo nazionali ed europee) pubblicato nel 1998, ma discusso tra il 95 e il 97. Da allora sono passati 10 anni di travolgente e rivoluzionario progresso tecnologico e bisogna tenerne conto. Non farlo, riproponendo schemi superati, è un segnale di miopia. Quanto alla notizia del "Bollino FBI" che negli Stati Uniti si starebbe usando e avrebbe le stesse funzioni del "Bollino Siae", non ne sono a conoscenza, ma se fosse realmente così mi preoccupa questa escalation, non vorrei vedere un giorno "Bollini CIA e Bollini KGB”. Viene da pensare, su questo non c’è dubbio. Ma non è tutto, riportiamo alcuni passi della lettera che il Presidente di Univideo scrisse all’allora Ministro Bersani: “Secondo l’Univideo il Bollino SIAE deve non essere più obbligatorio per almeno 5 buone ragioni: 1. Perchè è necessaria una semplificazione della burocrazia nel lavoro delle imprese di edizione e replicazione di DVD; un’azienda infatti non può distribuire i propri prodotti finiti sul mercato, se non dopo la “bollinatura”. Questo incide fortemente sulla logistica e rallenta talvolta in maniera significativa i tempi per la distribuzione. 2.Perchè il contrassegno ha certamente avuto in passato un ruolo importante per combattere la pirateria audiovisiva garantendo l’originalità del prodotto. Ma sono passati i tempi della vendita di videocassette contraffatte a ignari cittadini, e oggi la differenza e la modalità di commercializzazione tra un DVD legale e uno pirata sono così grandi da non poter trarre in errore neppure il consumatore meno avveduto. 3. Perchè oggi è Internet il luogo “virtuale” del maggior flusso di pirateria. Gli Editori di DVD si vedono quindi chiusi a tenaglia tra la diffusione illegale di opere tramite la rete e la burocrazia che rende difficile lavorare a chi opera nel pieno rispetto delle leggi. Inoltre, appare evidente che viene falsata anche la concorrenza con i media a pagamento legali che non sono soggetti ad alcun obbligo di contrassegnatura ed anzi godono di un più favorevole trattamento Iva. 4. Perchè non ci accontenta né ci consola venire a conoscenza del fatto che di tanto in tanto vengono effettuati ingenti sequestri di DVD pirata privi di contrassegno o recanti contrassegni contraffatti. Vogliamo che l’attività repressiva non sia limitata agli interventi nei confronti dei venditori ambulanti, ma venga svolta ad un più alto livello di intelligence, cercando di identificare i vertici delle organizzazioni criminali coinvolte. E’ necessaria qualità piuttosto che quantità nella attività repressiva. 5. Perché siamo l’unico Paese Europeo che utilizza questo rozzo, antiquato e inefficace strumento.” Meditate gente, meditate. (M.P. per NL)