Prosegue il cammino della direttiva riguardante il copyright nel digital single market europeo.
L’Unione Europea è, infatti, stata pensata per essere un mercato unico, un territorio senza barriere in cui viene garantita la libera circolazione di merci, servizi, capitali e persone. Ora, o meglio dal 2016 (anno della proposta della Commissione europea), le istituzioni UE sono state chiamate a rendere effettivo anche un mercato unico digitale, teso – proprio attraverso la nuova normativa sul diritto d’autore – a garantire che i diritti e gli obblighi derivanti dal copyright vengano applicati anche a Internet, responsabilizzando gli OTT nella diffusione di contenuti prodotti da altri, ma facendo altresì in modo che il web possa rimanere uno spazio caratterizzato dalla libertà di espressione.
Il più recente step vissuto dalla riforma sul copyright è stato il passaggio in commissione affari giuridici: dopo l’accordo informale raggiunto tra i negoziatori di Consiglio ed Eurocamera, la commissione Juri qualche giorno fa – il 26/02 scorso – ha dato il proprio assenso, con 16 voti a favore, 9 contrari e nessun astenuto.
Come si legge in una nota del Parlamento europeo, “le misure concordate migliorano le possibilità in capo ai portatori di diritti, in particolare a musicisti, esecutori e autori, così come agli editori di notizie, di negoziare accordi migliori per una remunerazione a fronte dell’utilizzo di loro opere sulle piattaforme presenti in internet”. Se il testo dovesse rimanere il medesimo di quello approvato dalla commissione Juri, potranno essere condivisi senza violare il diritto d’autore solo frammenti di testo (come ad esempio snippet, ma solo se molto brevi) e contenuti satirici come gif e meme. Viene poi specificato che queste regole non si applicheranno alle opere caricate su enciclopedie online senza scopi commerciali, come Wikipedia, e su piattaforme per la condivisione di software open source, come GitHub. Inoltre, il testo della riforma prevede per le piattaforme in fase di start-up obblighi più leggeri rispetto a quelli che graveranno in capo a soggetti con una posizione consolidata, in primis giganti come Google, Facebook e YouTube.
Nel caso in cui la riforma prosegua senza inceppamenti o variazioni di contenuto, si potrà parlare, da un lato, di responsabilità diretta in capo ai colossi del web e, dall’altro, di riconoscimenti economici più equi per autori e artisti.
Il prossimo ostacolo che il nuovo testo sul copyright dovrà affrontare è l’esame del Parlamento europeo durante la seconda sessione plenaria che si terrà a Strasburgo dal 25/03/2019 al 28/03/2019. (G.C. per NL)