BSA (Business Software Alliance) pubblica una guida per le imprese.
Il diritto d’autore non smette mai di stupire. Crediamo sia per questo che la materia è tanto affascinante quanto complessa. Da uno studio condotto da BSA è emerso che i font, cioè le diverse forme che un determinato carattere di stampa possono assumere, sono protetti dal diritto d’autore. Ciò vincola le aziende che ne fanno uso al rispetto della normativa di specie. Il presidente di BSA, Luca Marinelli, ha infatti dichiarato quanto segue: “La nostra esperienza dimostra che, in generale, le aziende non sono consapevoli di utilizzare font che richiedono una licenza d’uso. L’ignoranza o una gestione carente dei font sono spesso le ragioni per le quali molte aziende si trovano a infrangere la legge. Questa situazione non è però priva di conseguenze. Non pagare i font, esattamente come accade per le altre tipologie di software, priva il titolare della proprietà intellettuale di un legittimo guadagno, oltre a danneggiare il settore dei new media per il quale lo sviluppo dei caratteri gioca un ruolo cruciale” (tratto da www.bsa.org). La questione è davvero importante, tanto che la stessa BSA ha stilato un decalogo per quelle imprese che considerano la necessità di acquisire preliminarmente una licenza per l’uso di tali font, l’importanza di attenersi a precise e determinate regole di utilizzo, l’impossibilità di modificarli senza incorrere nella violazione della normativa sul diritto d’autore e l’opportunità di organizzare librerie di font per evitare di disporre di licenze in eccesso. L’impulso allo studio condotto da BSA è, come sempre in questi casi, partito dalla Microsoft. Bill Hill, capo dell’ufficio tipografico di Microsoft, ha spiegato: “La sensibilizzazione è fondamentale per eliminare questa forma persistente di pirateria del software. Per quanto possa essere considerato innocuo, si tratta di un fenomeno che impone che la proprietà intellettuale relativa ai font venga tutelata adeguatamente se si vuole che il settore continui a fornire il proprio contributo alla crescita dell’economia, assicurando che coloro che investono tempo e denaro nella creazione dei font ricevano un riconoscimento adeguato per il loro lavoro. In genere questo fenomeno ha inizialmente una portata contenuta, che però può portare rapidamente a un vero e proprio effetto valanga” (tratto da www.bsa.org). (M.P. per NL)