Diritto autore. Sceneggiatori e registi europei chiedono l’equo compenso nel mercato unico audiovisivo digitale

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Gli autori audiovisivi chiedono “una misura concreta al Parlamento europeo per ottenere di essere equamente remunerati per il loro lavoro”.
Con questo obiettivo sceneggiatori e registi hanno inviato una lettera ai componenti della commissione giuridica affinché “sostengano l’introduzione nella Direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale di un emendamento che garantisca agli autori audiovisivi una remunerazione proporzionata per lo sfruttamento online delle loro opere in tutta Europa”. Tra i firmatari figurano Pedro Almodovar, Agnieszka Holland, Sir Alan Parker. Andrea Purgatori, Daniele Luchetti e Maurizio Sciarra sono alcuni degli autori italiani che hanno sottoscritto la petizione. La proposta di modifica introduce un diritto irrinunciabile e inalienabile alla retribuzione, pagata dai servizi di video on demand, per la messa a disposizione di opere audiovisive. I firmatari chiedono l’appoggio dei deputati europei per rendere il mercato unico digitale un ambiente sostenibile per i creatori audiovisivi, in cui possano finalmente condividere il successo economico dello sfruttamento delle loro opere online. “L’industria creativa e culturale – spiegano – gioca un ruolo primario sul piano economico a livello europeo. Per quanto riguarda in particolare il nostro Paese, la seconda edizione dello studio Italia Creativa, realizzato da Ernst&Young con il supporto delle principali associazioni di categoria guidate da MIBACT e SIAE, ha evidenziato che l’industria creativa e culturale è il terzo settore per occupazione, con 880 mila occupati diretti nel 2015 (+1,7% rispetto al 2014 e oltre 1 milione se consideriamo anche gli indiretti) e un valore economico di 48 miliardi di euro (+2,4% rispetto al 2014). Un settore industriale che potrebbe generare risultati ancora maggiori – il valore potenziale è di 72 miliardi di euro – se riuscisse a sfruttare le opportunità di crescita e a contrastare le minacce come il value gap e la pirateria. Il value gap è il divario tra quanto viene generato dai contenuti creativi in rete e quanto viene restituito a chi ha creato quei contenuti. In particolare, in base ai dati di Italia Creativa, il settore audiovisivo, formato dall’insieme di cinema, televisione e home entertainment, è il primo per valore economico e il secondo in termini di occupati. Dal punto di vista quantitativo il settore audiovisivo è infatti il primo contributore dell’industria creativa, con quasi 14 miliardi di euro e oltre 180 mila persone occupate. Rispetto all’anno precedente, nel 2015 il settore audiovisivo ha registrato un tasso di crescita del 3,5%”. (E.G. per NL)

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