I giudici amministrativi del TAR Lazio hanno accolto il ricorso di Wind Tre e conseguentemente annullato i provvedimenti con cui il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Agcom avevano aumentato del 30%, a 22,5 da 17,3 milioni, il contributo annuo dovuto dal player telefonico per l’utilizzo dei due blocchi di frequenze in banda 1800 MHz originariamente assentiti a H3G.
Per i giudici amministrativi la richiesta di aumento “non ha alcuna giustificazione economica né tecnologica”, spiega la sentenza.
Il Mise aveva motivato l’aumento richiamando la legge di bilancio del 2017 che concedeva agli operatori in possesso dei diritti d’uso delle frequenze della telefonia mobile in banda 900 MHz e 1800 MHz, in scadenza al 30 giugno 2018, la facoltà di presentare istanza per l’autorizzazione al cambio di tecnologia (da Gsm a Lte) con proroga dei diritti fino a dicembre 2019 in cambio di un aumento del 30% dei contributi dovuti.
Telecom e Vodafone si erano costituite in giudizio chiedendo di respingere il ricorsi di Wind Tre. (E.G. per NL)