Alla fine la decisione è arrivata all’unanimità: la Lega Calcio ha deciso la risoluzione del contratto con Mediapro per i diritti Tv del campionato di serie A per il prossimo triennio per inadempienza (Mediapro non ha versato la prevista fideiussione da un miliardo e 50 milioni).
Una soluzione quasi inevitabile (come già evidenziato da questo periodico), che però è stata sofferta come poche altre, perché ci sono volute tre giornate di lavori della Lega Calcio, tutta una serie di mediazioni e una lunga opera di convincimento del commissario Malagò e del presidente designato Miccichè, che da giorni si erano resi conto dell’impossibilità di continuare a prendere tempo quando il tempo non c’è più (la serie A prenderà il via il 19 agosto) e del fatto che le soluzioni finanziarie proposte, per l’ennesima volta interlocutorie, dagli spagnoli potevano solo portare a situazioni difficili da gestire, con rischi economici pesanti e persino ipotesi di scissione nella stessa Lega Calcio.
Juventus e Roma andavano infatti avanti decise sulla risoluzione del contratto e sull’altro fronte c’erano solo alcune squadre incerte e il trio Milan (a sua volta sotto esame per l’incerta situazione finanziaria)-Lazio-Torino.
Colpiva in particolare la posizione non chiara di Urbano Cairo per il Torino, perché in realtà Mediapro voleva soprattutto perseguire la realizzazione del canale sul campionato (da lei gestito, sull’esempio spagnolo) e il sospetto (che Cairo alla fine ha cercato di dissipare) era che lui volesse, come editore televisivo, essere in qualche modo della partita.
Il canale invece non si farà, anche perché volerlo realizzare adesso vorrebbe dire perdere altri mesi e i diritti Tv torneranno così (fra sette giorni, per i tempi legali e tecnici necessari) in possesso della Lega, che li cederà con una trattativa privata che dovrà essere rapidissima. E lo sarà perché il vincitore annunciato c’è ed è Sky, come era chiaro da settimane, soprattutto dopo l’esito favorevole alla pay-tv delle cause legali con Mediapro. Quest’ultima, semmai, ha voluto vendere cara la pelle e, annunciando nuovi ricorsi legali contro Sky, ha preso altro tempo. Ora quindi la Lega si dovrà anche attrezzare per la causa che Mediapro le farà per l’interruzione del contratto.
Strascichi inevitabili, anch’essi, dopo una vicenda deprimente che è durata quasi un anno e si chiude quasi fuori tempo massimo, in ogni caso oltre un tempo ragionevole, considerata la posta in gioco e l’imminenza del prossimo campionato.
Ma quanto ricaverà la Lega Calcio, alla fine da questi diritti? Meno di quel che si era proposta, indubbiamente, ma non di molto. Sky farà una buona offerta, consacrando il suo ruolo di protagonista assoluta nello sport (e nella Tv in generale) e accanto a lei ci sarà Perform per il Web: alla fine si potrebbe arrivare, secondo i calcoli, a 950-970 milioni complessivi all’anno, che è sempre una bella cifra, anche se non si giungerà al miliardo e passa che Lega e Infront sognavano.
I paradossi della vicenda, alla fine, sono stati infiniti, le parti in commedia sono state tante e si è tirata la corda fino all’ultimo (ma proprio l’ultimo) momento, mettendo a rischio un po’ tutto per cercare di guadagnare solo un pochino di più. Il tutto mettendo in campo situazioni che rasentavano l’incredibile, perché un advisor (Infront) ha finito per lasciare il campo a quello che sembrava un altro (Mediapro), che non poteva che cercare a sua volta di guadagnare sull’operazione, moltiplicando le complicazioni e i rischi che la questione si impantanasse definitivamente.
Oggi c’è stato l’esito finale, che consacrerà l’ormai enorme potere di Sky sul fronte televisivo e sportivo, mentre dall’altra parte (quella della Lega) c’è molto da ricostruire e parecchio, sembrerebbe, anche da cambiare. (M.R. per NL)