Il termine per presentare offerte all’asta dei diritti tv della Lega Serie A è fissato per il 10 giugno alle ore 10 e entro cinque giorni da tale data l’assemblea del banditore deciderà se e a quale offerente assegnare i singoli pacchetti. Il bando per i diritti del triennio 2018-2021 è stato approvato da 13 partecipanti all’assemblea su 20 (tra i contrati anche club di rilievo, come Juventus, Roma, Napoli) e comprende due pacchetti base gemelli, uno per il satellite (A) e l’altro per il digitale terrestre (B), e tre pacchetti dedicati al web (C1, C2, D). I pacchetti A e B partono da una base d’0asta di 200 milioni di euro l’anno ciascuno e entrambi comprendono i 248 match – tra andata e ritorno – delle quattro squadre maggiori della Serie A (Juventus, Milan, Inter, Napoli), delle tre squadre neopromosse e del club con il bacino di tifosi più piccolo. Inoltre, se il broadcaster aggiudicatore dei pacchetti A o B, intendesse consentire ai propri utenti la visione sia in tv sia su device mobile, dovrà acquistare la versione Silver del pacchetto pagando un sovrapprezzo dell’8% del prezzo di aggiudicazione del pacchetto. Questa nuova misura tutela i broadcaster dallo sharing elusivo ormai prassi diffusa tra gli utenti e, considerata unitamente al ridimensionamento della rilevanza del bacino di utenza dei pacchetti dedicati a satellitare e digitale (nel triennio precedente questi pacchetti includevano le partite di ben otto squadre maggiori) è un chiaro segnale di come Infront, advisor della Serie A , punti ad incassare molto più dagli operatori del web che da quelli televisivi. Per il web, infatti, sono stati predisposti due pacchetti speculari: con una base d’asta di 100 milioni di euro l’anno ciascuno, il C1 assegna l’esclusiva web delle partite di Juve e Napoli, più due squadre minori, mentre il C2 contiene l’esclusiva web dei match di Milan e inter e altre due squadre minori (per un totale di 140 partite a pacchetto). L’esclusiva, però, è solo relativa: i broadcaster aggiudicatari dei pacchetti A e B, infatti, potranno trasmettere tramite satellite e digitale le stesse partite di chi acquista i pacchetti C1 e C2. Le uniche vere esclusive sono nel pacchetto D, il più corposo e costoso: 400 milioni di euro l’anno come base d’asta per 324 partite, di cui 132 in esclusiva assoluta, su tutte le piattaforme (satellite, digitale, web). È evidente come sia quest’ultimo il pacchetto che attira maggiormente gli interessi dei broadcaster, tanto da rendere davvero poco appetibili gli altri, che non offrono una possibilità di concorrenza concreta. Gli operatori potranno puntare anche fare offerte per cumuli di pacchetti, ad esempio A+B nell’ottica di aggiudicarsi la stragrande maggioranza del bacino di tifosi per la piattaforma televisiva, oppure B+D, che comprende un bacino simile ed anche le esclusive assolute. Non sarà invece possibile aggiudicarsi i cumuli dei pacchetti A+B+D, né A+B+C perché altrimenti si violerebbero i divieti relativi alle posizioni dominanti. Nonostante Luigi De Siervo (in foto), a.d. di Infront, avesse espresso preferenza per una vendita per prodotto, più coerente con gli standard internazionali, il bando per i diritti tv della Lega Serie A è stato strutturato secondo le linee guida Antitrust, con la costruzione di pacchetti esclusivi per piattaforma. Ciò che mancato, però, è proprio quanto Antitrust si era auspicata, cioè evitare lo “spezzatino”: da un lato, infatti, i pacchetti contengono le partite di un minor numero di squadre e, a meno che un broadcaster non faccia un’offerta cumulativa aggiudicandosi due pacchetti, lo spezzatino dal punto di vista del contenuto è assicurato; dall’altro lato le partite subiranno un frazionamento temporale mai visto prima d’ora, con la suddivisione in ben otto finestre temporali anziché cinque. (P.D. per NL)