Il bilancio dell’asta francese per i diritti tv della Champions League 2018/2021 è una dura sconfitta delle grandi televisioni Canal+ (pay tv di Bollorè) e BeINSports (canale esclusivamente sportivo quatariano) in favore degli operatori telefonici: ad aggiudicarsi i diritti è stata la compagnia Sfr di Patrick Drahi al prezzo di 350 milioni di euro. Nella precedente asta, i diritti Champions erano stati venduti per la metà del prezzo: la cifra che Sfr pagherà alla Uefa è astronomica e più di un esperto ha espresso dubbi su come il modello di business dell’operatore telefonico (ancora poco chiaro, eccetto che per la possibilità di affidarsi a device alternativi alla tv) possa competere i network televisivi. Il costo dell’operazione e le perplessità su come questa posso trasformarsi in fatturato, ridimensionano la portata della vittoria di Sfr sugli altri partecipanti all’asta, i quali provano a sminuire le conseguenze dell’assegnazione dei diritti alla telco. Canal+ fa sapere che l’incidenza sui propri ascolti sarà minima, considerato l’esiguo numero di partite che squadre di spicco come il Paris-Saint-Germain giocano nella competizione europea, ma l’affermazione è insincera: la pay tv di Bollorè avrebbe volentieri tentato di arginare la perdita di abbonati con l’offerta dello sport, ma l’attuale situazione economica e la mancata alleanza con il colosso telco Orange non ha consentito di rilanciare alle cifre da capogiro offerte da Sfr. (P.B. per NL)