Diritti Tv del calcio: ricompare a sorpresa Mediapro, che tenta la Lega con un nuovo progetto di Canale Serie A. Si chiuderebbe così il contenzioso con la stessa Lega. Sky molto contrariata

Mediapro

Si riparla nientemeno che di Mediapro, la società spagnola (e al contempo cinese) che a lungo aveva tenuto in scacco lo scorso anno la questione, decisiva sia per i club che per le Tv, dei diritti del campionato di calcio di serie A, una vicenda un po’ surreale che si era conclusa solo dopo disavventure infinite e mentre già stava quasi per partire la stagione 2018-2019, come si ricorderà. Alla fine i diritti erano stati comunque assegnati per 973 milioni per tre stagioni a Sky (come ampiamente previsto) e in parte a Perform, la società inglese che opera in questo campo con il marchio Dazn, allora sconosciuto e diventato noto agli italiani solo in questi mesi di campionato (fra l’altro Perform-Dazn si è aggiudicata anche la serie B).

La vicenda aveva però lasciato uno strascico legale fra la stessa Lega e Mediapro, per via del fatto, tutt’altro che secondario, che gli spagnoli avevano versato un anticipo di 64 milioni (al netto dell’Iva, 50), che però la Lega Calcio non aveva certo restituito, considerandolo solo una parte minima del danno che Mediapro (sulla cui affidabilità si era a lungo discusso) aveva procurato alle squadre non rispettando le clausole del contratto sottoscritto in precedenza.
La questione è finita appunto per vie legali, come era facile immaginare, e ora, dopo un anno circa, si è arrivati a una scadenza importante, quella della prima udienza in Tribunale, il 24 giugno prossimo. In vista di questo appuntamento, però, è successo un po’ di tutto e ci sono stati vari contatti fra le due parti, con un ‘ritorno di fiamma’ che non era affatto scontato (la conclusione della vicenda dei diritti, a parte i roventi contrasti fra le squadre, aveva lasciato strascichi polemici di non poco conto fra la Lega e Mediapro, come detto).

Mediapro, fra l’altro, è ricomparsa sulla scena con due personaggi che di questi temi ne sanno davvero parecchio, nientemeno che Marco Bogarelli (che è quasi inutile presentare) e l’ex Sky Matteo Mammì, e ha dunque rimesso in campo (è proprio il caso di dire così) il progetto di un canale televisivo della Lega, una specie di fantasma che agita i sonni dei presidenti della squadre già da qualche anno. La questione può sembrare un po’ ‘lunare’ ma raccoglie ancora consensi fra i presidenti (Lotito è sempre in prima linea fra questi) e adesso si potrebbe approfittare di un’intesa che eviti la prosecuzione della causa legale con Mediapro per iniziare anche a delineare qualcosa di concreto in vista della fine di questo accordo sui diritti con Sky e Dazn, che sarà valido poi ancora solo per due anni.
Mediapro prova a sedurre di nuovo la Lega offrendo non solo la rinuncia ai 50 milioni di cui sopra ma anche la sua consulenza (magari per sei anni, a partire dal 2021) quale “fornitore di servizi tecnici e commerciali” per il canale da mettere in piedi, stavolta sul serio. Gli introiti (teorici, per ora) sarebbero rilevanti: più di un miliardo per il primo anno, poi una divisione dei guadagni che lascerebbe i tre quarti alla Lega e il 25% a Mediapro.

Manco a dirlo, le squadre sono divise (i grandi club non si fidano di Mediapro, dopo le offerte fallimentari della precedente tornata) ma il presidente della Lega Gaetano Miccichè non sembra insensibile all’offerta e alle sue prospettive.
Contemporaneamente sembrano essersi raffreddati i rapporti della Lega con Sky, soprattutto dopo il cambio di proprietà della pay-tv che l’ha portata nell’orbita di Comcast. Premium, poi, proprio non è più in nessuna partita e dovrebbe a breve lasciare non solo il calcio (dopo le ultime offerte relative alla partite di Dazn di quest’anno) ma lo stesso digitale terrestre, diventando solo un ‘importante fornitore’ di Sky.
E per Sky, in effetti, questo non è proprio un bel momento nel campo del calcio: l’Agcom ha anche deciso una multa da 2,4 milioni di euro per le variazioni al pacchetto Calcio nella stagione appena conclusa. Sky non avrebbe avvisato gli utenti correttamente (il prezzo non è cambiato nonostante il numero minore di partite) e non avrebbe concesso il diritto di recesso gratuito a fronte delle modifiche nell’offerta (per via della presenza delle partite di Dazn).

La pay-tv naturalmente nega le accuse: “Sky ritiene di aver agito conformemente alla normativa e confida che la correttezza del proprio operato emergerà da un esame più approfondito in sede di ricorso dinanzi all’autorità giudiziaria amministrativa”. Inoltre, “Sky ha dimostrato quanto la cura del cliente sia la priorità dell’azienda, decidendo sin dall’inizio della stagione 2018/2019 non solo di non ribaltare sulla propria clientela i maggiori costi rispetto al passato sopportati per l’acquisto dei diritti della Serie A, ma anche di arricchire il Pacchetto Sky Calcio con l’inclusione di rilevanti eventi calcistici, come l’Europa League e la Champions League”. (M.R. per NL)

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