I ‘pacchetti’ predisposti per i campionati di Serie A 2010-2011 e 2011-2012 non sembrano garantire una gara competitiva e ostacolerebbero la crescita di nuovi soggetti, con danno a valle per i consumatori. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nella riunione del 22 luglio 2009, ha deciso di avviare un’istruttoria per verificare se la Lega Calcio, nel predisporre i pacchetti di diritti Tv di serie A per le stagioni sportive 2010-2011 e 2011-2012, abbia abusato della sua posizione dominante nella commercializzazione in via centralizzata dei diritti stessi. Secondo l’Autorità le modalità di formazione dei ‘pacchetti’ scelte dalla Lega Calcio potrebbero risultare in contrasto con i principi posti a tutela della concorrenza: i ‘pacchetti’, così come formati, appaiono ritagliati ‘su misura’ dei principali operatori di pay tv, con l’effetto di non garantire lo svolgimento di una procedura effettivamente competitiva e di ostacolare l’ingresso e la crescita di altri soggetti. In particolare la Lega Calcio sembrerebbe aver preferito determinare le condizioni per una minore competizione tra gli operatori della pay tv nello sfruttamento dei diritti, per assicurarsi gli introiti attesi, limitando l’incertezza legata al risultato della gara. Il minore grado di concorrenza tra gli operatori della pay tv che ne potrebbe derivare può evidentemente avere effetti negativi sui consumatori, che potrebbero dover pagare prezzi più alti a fronte di una inferiore varietà e qualità dell’offerta. Il potenziale effetto distorsivo della concorrenza derivante dalle modalità di formazione dei pacchetti prescelte era peraltro già stato evidenziato dall’Autorità nel provvedimento di approvazione delle linee guida adottato il 1° luglio 2009, con il quale chiedeva alla Lega la definizione di più pacchetti nell’ambito di ciascuna piattaforma, proprio per promuovere la massima partecipazione possibile alle procedure competitive e l’ingresso di nuovi operatori, nonché lo sviluppo di una concorrenza infra-piattaforma. Secondo l’Antitrust i pacchetti definiti dalla Lega Calcio non risultano inoltre adeguati a garantire condizioni di assoluta equità, trasparenza e non discriminazione ai partecipanti alle procedure competitive e a consentire una partecipazione alle stesse da parte di una pluralità di operatori delle diverse piattaforme, come invece richiesto dalla normativa vigente.