Diritti connessi, rottura radio nazionali – SCF. Volanti (Radio Italia): “basta collaborare con loro”. Ora i fonografici farebbero bene a riflettere sul proprio operato

Circa sette mesi fa, esattamente nel maggio dello scorso anno, si è consumata la rottura tra le emittenti radiofoniche nazionali e le major discografiche, riunite nel consorzio SCF.

La ragione dello strappo è stato il netto rifiuto da parte delle emittenti nazionali di adeguarsi all’aumento della quota di diritti connessi voluto dalle major. Inizialmente queste avevano “sparato” addirittura una richiesta del 4% dei ricavi lordi – a fronte dell’1% che già pagavano -, poi ridimensionata al 2% (anche a seguito delle tensione sorte all’interno del consorzio).  La questione era evoluta sul piano politico e si era trascinata lungo tutta l’estate e anche oltre, con un boicottaggio sistematico, da parte delle radio, per i pezzi degli artisti contrattati dalle case discografiche consorziate in SCF, che aveva reso lo scontro ancor più duro e aveva spinto il consorzio a portare in tribunale le emittenti. Le prime udienze sono state fissate ad aprile 2011, ma intanto la guerra a distanza continua, con la casa discografica Sugar, ad esempio, che gestisce i diritti dei Negramaro, che ha accusato gli editori di RDS, RTL 102,5 e Radio Italia di boicottare il nuovo disco dei loro assistiti per ragioni di conflitto d’interessi. Le tre emittenti, infatti, sono socie della Ultrasuoni, la casa che produce i Modà, un gruppo per certi versi simile a quello salentino. La risposta di Mario Volanti, presidente di Radio Italia, non si è fatta attendere ed è stata affidata a un’intervista rilasciata al quotidiano economico ItaliaOggi. “Ci hanno mandato un singolo, “Singhiozzo”, prima che uscisse l’album – spiega Volanti all’intervistatore – Quel singolo non mi ha convinto. Ho aspettato che uscisse l’album “Casa 69”. Il 16 novembre sono andato al centro commerciale Le Due Torri, me lo sono comprato, l’ho ascoltato attentamente, più volte. Ho scelto le canzoni che mi piacciono e ora i Negramaro passano su Radio Italia sei-sette volte al giorno”. Nell’ennesima puntata di questo scontro a distanza, il presidente di Radio Italia lancia un messaggio ben preciso: la collaborazione che è stata condivisa per decenni con le case discografiche si è interrotta, dopo i fatti dell’ultimo anno. “Anche se verrà raggiunta un’intesa le cose non saranno più come prima. – chiarisce – Le radio non saranno più al servizio delle case discografiche, non condivideremo più, pedissequamente, le loro logiche, le loro promozioni”.  Le major accusano le radio di danneggiare non solo loro stesse, ma gli artisti emergenti del panorama italiano e tutta l’industria musicale. Volanti si difende, sostenendo di lasciarsi guidare dal suo intuito, ma senza pregiudizi. Ma mette in chiaro una cosa: basta con i favori alle major. “Radio Italia, prima, – dice ancora – faceva praticamente tutto quello che ci chiedevano le case discografiche. C’erano almeno 300 priorità all’anno: quell’album perché era di una multinazionale, quello perché era una giovane promessa, quell’altro perché c’era tutto un progetto dietro. Poi, nel 90% dei casi, non è successo nulla, non hanno venduto molto. Però siamo sempre stati collaborativi. Ora basta”.  La rottura, quindi, è consumata, comunque vadano le cose in tribunale. E Volanti promette, d’ora in poi, di lasciarsi guidare solo dal gusto personale. “Se il singolo promozionale mi piace, lo passo. Come ad esempio sta avvenendo per quello di Jovanotti. Ma se ho un solo dubbio, ora non lo passo più e aspetto l’uscita dell’album. Un tempo invece lo avrei passato anche con dieci dubbi”. La senzazione, vista da fuori, è che SCF, tirando troppo la corda, abbia finito per creare un gran bel pasticcio ai propri consorziati. (L.B. per NL)
 

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