La RNA – Radio Nazionali Associate, con un comunicato diffuso il 4 giugno, ha precisato che "non esiste alcun blocco radio su diffusione musica per i passaggi radiofonici delle novità italiane e non più per quelle straniere”.
La nota del sindacato delle radio nazionali aveva fatto seguito alle dichiarazioni del giorno prima della FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) e della PMI (Produttori Musicali Indipendenti). Le federazioni dei discografici avevano espresso una "forte sorpresa e contestuale rammarico a fronte di nuove notizie che confermerebbero che il blocco dei passaggi radiofonici delle novità sarebbe stato modificato limitandolo alle sole novità italiane e non più anche a quelle internazionali". "Siamo colpiti da questa notizia e ci auguriamo che non sia vera ma purtroppo le conferme che ci giungono dalle aziende discografiche sono precise e le radio nazionali avrebbero assunto una nuova posizione che colpirebbe solo la musica italiana", aveva affermato Mario Limongelli, Presidente di PMI. Per Enzo Mazza, al vertice di FIMI, l’atteggiamento dei network sarebbe stato molto grave: "Ogni radio ha una giusta autonomia editoriale ma dire alle imprese che i broadcaster avrebbero deciso di passare le novità internazionali ma non quelle italiane è sconfortante, soprattutto se pensiamo che nel nostro Paese la musica italiana rappresenta oltre il 50 % del venduto e questo atteggiamento è gravemente dannoso della produzione nazionale e degli artisti". Sia FIMI che PMI avevano quindi invitato "i network a cessare tale pratica discriminatoria che nulla ha che fare con eventuali constrasti sui diritti connessi in atto tra la radiofonia e il settore discografico". Pronta la replica di RNA: "Le affermazioni del Presidente FIMI, Enzo Mazza, e del suo collega della PMI, Mario Limongelli, sono frutto di loro interpretazioni e non corrispondono ai fatti". "Le emittenti radiofoniche nazionali programmano con piena libertà ed autonomia editoriale il repertorio musicale italiano ed internazionale che ritengono più opportuno, sia esso di archivio sia costituito da novità. Ciò nel pieno rispetto delle prerogative loro attribuite dalle leggi che disciplinano l’attività di radiodiffusione sonora. Appare, pertanto, improprio, inopportuno e scorretto che talune imprese discografiche possano interferire nella programmazione radiofonica", ha puntualizzato l’associazione delle radio nazionali. "E’, invece, opportuno ricordare lo spazio ed il valore che le emittenti radiofoniche nazionali dedicano e riconoscono alla musica italiana, tanto che talune emittenti propongono solo questo repertorio. Un dato di fatto incontrovertibile e che non deve essere assoggettabile ai progetti di marketing di alcune case discografiche. Diversamente, si può affermare per le campagne pubblicitarie che rispondono, invece, alla sola volontà, salvo le regole etiche, dell’acquirente degli spazi di comunicazione. Le imprese radiofoniche hanno pieno rispetto per gli autori e gli artisti come dimostrano i contratti in essere con SIAE e AFI. Le emittenti radiofoniche nazionali programmano ogni giorno il repertorio e le novità degli artisti italiani, che riconoscono il valore della radio e con i quali, nonostante le affermazioni di FIMI e PMI, è in atto un ottimo e proficuo rapporto, così come con le imprese discografiche italiane ed estere rappresentate da AFI,con cui è vigente un accordo per i diritti fonografici pienamente condiviso ed onorato", ha sottolineato la RNA. In relazione ai citati “ eventuali contrasti sui diritti connessi”, la RNA ha poti ritenuto "opportuno ricordare ai Presidenti di FIMI e PMI che la SCF (società di collecting che raccoglie per gran parte della discografia, tra molti dei loro associati, i diritti connessi per la radiodiffusione) pretende triplicare il compenso per i diritti fonografici ignorando persino la normativa vigente in materia. La SCF ha rotto unilateralmente più volte le trattative e sta sostenendo una causa civile contro le emittenti radiofoniche italiane. Questo è certamente un dato oggettivo".