La notizia è di quelle che potrebbero far tremare le vene ai polsi, in senso positivo però. Il Prefetto di Roma, in data 30 aprile 2009, ha dichiarato estinta l’IMAIE, l’Istituto Mutualistico degli Autori Interpreti ed Esecutori che avrebbe dovuto tutelate gli interessi di questa categoria di soggetti. Tra i suoi compiti specifici, quello di attuare e tutelare la distribuzione dell’equo compenso derivante dalla riutilizzazione o riproduzione delle opere oggetto di interpretazione. Ma cosa ha spinto il Prefetto di Roma ad emettere un tale provvedimento? Forse il fatto che l’IMAIE ha mancato di distribuire compensi per quasi 118 milioni di euro, problema già segnalato nel tempo da numerosi esposti e denunce presentate da chi quei soldi li aspettava. Ciò che più scandalizza l’opinione pubblica è che in 20 anni l’IMAIE non è riuscita a distribuire equamente e correttamente i compensi previsti per legge, il che contribuisce – sempre di più a questo punto – a far sorgere dubbi e remore sulla reale utilità degli enti di intermediazione, le cd. collecting societies, che tanto dovrebbero fare gli interessi degli autori e di chi con il diritto d’autore vive. Numeri sconcertanti circa gli introiti, mai equamente ridistribuiti, percepiti dall’IMAIE, sono contenuti all’interno della relazione presentata dal Presidente Vianello, sull’attività svolta nel corso del 2007 e che qui riproduciamo per completezza. I dati parlano chiaro a riguardo della gestione dell’IMAIE: su 31 milioni di euro incassati da RAI, SKY, RTI e pochi altri soggetti, ben 29 sono stati spesi per l’esercizio dell’attività nell’anno contemplato. Ma e possibile? Quale autore potrebbe fidarsi di una gestione di questo tipo? Pochi, visto che su oltre 58 mila, tra coloro che avrebbero dovuto beneficiare dell’equo compenso, ne sono stati individuati nel 2007, solo 1600. (M.P. per NL)