"Sono oramai oltre 700 le emittenti aderenti alla protesta generale che ha coinvolto, per la prima volta, quasi tutte le stazioni fm esistenti in Italia".
Lo ha comunicato a questo periodico il Circuito Le 100 Radio, secondo il quale "Gli editori, stanchi delle continue vessazioni subite negli ultimi anni, dopo la triste storia dei contributi per l’editoria tolti con effetto retroattivo, i contributi a fondo perduto previsti dalla legge ma di fatto mai erogati dal 2007, hanno fatto sì che la situazione esplodesse in una rabbia che, partita dal circuito nazionale delle 100 Radio, ha coinvolto indistintamente tutti, mettendo da parte fedi politiche e associative, portando la protesta nei palinsesti quotidiani, non con i soliti spot poco comprensivi da chi ascolta, ma programmando solo quegli artisti e quelle etichette che hanno avuto il coraggio di rompere quegli schemi di promozione radiotelevisiva che da qualche anno stanno uccidendo la musica". "I diritti connessi negli Stati Uniti non esistono in quanto l’industria non può creare arte. In Italia una legge di 70 anni fa, in condizioni certamente diverse, ha riconosciuto questo diritto discografico che oggi ha ben poco a che vedere con l’arte – continua la nota del Circuito Le 100 Radio – E da alcune ore la protesta italiana è arrivata anche nelle redazioni delle radio europee che si stanno interessando a quanto accade nel nostro paese, ragionando sull’opportunità di intraprendere identiche azioni. Chissà se, come già successo nel 1975 con l’avvento delle radio libere, l’Italia sia ancora una volta capofila di un nuovo pensiero di libertà?"