Le distanze non si colmano tra le rappresentanze dei discografici (SCF) e delle radio nazionali (RNA) sui temi dei diritti connessi e dell’embargo delle nuove proposte musicali da parte delle emittenti in segno di protesta contro l’aumento del corrispettivo richiesto dal Consorzio fonografici.
Con un comunicato diffuso ieri, RNA ha ribattuto punto su punto alle affermazioni di Saverio Lupica, presidente di SCF. "Secondo il contratto in scadenza al 31 dicembre 2006, per le imprese radiofoniche ancora in corso di rinnovo, le aliquote previste per la definizione dei compensi per i diritti fonografici sono le seguenti: – 2% degli introiti lordi di ciascuna emittente, per la comunicazione al pubblico attraverso la radiodiffusione sonora dei fonogrammi come previsto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1975; – 1% degli introiti lordi di ciascuna emittente, per i diritti di copia dei fonogrammi per esclusive ragioni ed utilizzi tecnici. – 0,5 % degli introiti lordi di ciascuna emittente, per la diffusione in Internet in modalità simulcast dei medesimi programmi trasmessi sulle reti radiofoniche terrestri", ha annotato la RNA. "La percentuale totale assomma al 3,5. Le utilizzazioni sono, escluso Internet simulcast, identiche da decenni, mentre il totale dei compensi, essendo una percentuale applicata agli introiti lordi delle emittenti, si è incrementata enormemente nel corso dei trentacinque anni di attività delle emittenti radiofoniche private.Ogni altro utilizzo ( podcasting, download ecc ) dei repertori viene retribuito con accordi separati che prevedono ulteriori percentuali sugli introiti lordi delle emittenti". Per le radio nazionali è poi "improprio qualsiasi paragone con altri Paesi europei. Ogni Stato ha deciso in assoluta autonomia le regole generali per l’attività di radiodiffusione sonora, i limiti all’affollamento pubblicitario, le disposizioni sui programmi, nonchè gli oneri per il rilascio dei titoli abilitanti e le relative frequenze di trasmissione. Ciò in pieno rispetto del diritto comunitario che prevede per questa materia piena sussidiarietà. In proposito si segnala che la radio non è oggetto di direttive comunitarie del tipo Televisione senza frontiere”. "Le emittenti radiofoniche hanno piena libertà di programmazione al pari di qualsiasi altro editore – ha poi sottolineato la RNA – In questi giorni vengono regolarmente diffuse novità musicali di autori italiani, grandi artisti come Lucio Dalla e Francesco De Gregori, solo per fare un esempio. Si segnala inoltre la piena collaborazione con AFI – Associazione dei Fonografici Italiani aderenti a Confindustria con cui è in atto una convenzione recentemente rinnovata alle tradizionali condizioni economiche". Ancora sul tema delle scelte musicali, il sindacato degli editori radiofonici nazionali ha spiegato che "Le emittenti radiofoniche nazionali hanno sempre sostenuto la musica italiana e continueranno a farlo con il fine di favorire la cultura e le tradizioni italiane. Gli interessi evocati nella vertenza e l’assoluta indisponibilità a trovare una ragionevole soluzione sembrano trovare radici solo negli interessi delle multinazionali della discografia alla ricerca di soluzione per la grave crisi del settore". Sul piano economico, RNA ha infine ribadito che "Le emittenti radiofoniche nazionali onorano le aliquote definite nel contratto in scadenza, così come previsto dalla normativa vigente in materia, e non rinnovato per la rottura unilaterale delle trattative provocata per ben tre volte da SCF". Come si può notare, il momento della composizione bonaria è di là a venire. (A.M. per NL)