"In questi giorni sono usciti numerosi comunicati ed articoli di stampa sullo stato delle convenzioni delle Radio nazionali e locali con la Società Consortile dei Fonografici (SCF) per i diritti connessi".
Spiega in un intervento sulla vicenda spinosa, che vede contrapposte le Reti Nazionali Associate (RNA) e il Consorzio Fonografici (SCF), la Federazione Radio Televisioni, che associa sia radio nazionali che locali. "In particolare c’è stata la ferma protesta delle radio nazionali per il mancato rinnovo della loro convenzione a seguito delle esose e non praticabili richieste della controparte. Innanzitutto è il caso di precisare che la convenzione SCF – radio locali, stipulata sin dall’anno 2001, è stata tacitamente rinnovata con scadenza al 31.12 .12 senza alcun aumento della percentuale d’incidenza sul fatturato che è rimasta fissata all’1,30%. Probabilmente questo tacito rinnovo si è voluto per non creare intralci alla strategia di rinnovo per la convenzione delle nazionali, strategia volta a superare gli effetti del DPCM del 1975, che sostanzialmente lascia alle controparti la facoltà di negoziare l’ammontare del compenso dovuto per i diritti connessi entro limiti ben precisi. E’ probabile che la SCF ritenga che superato il decreto del 1975, si possa andare verso un libero mercato nel quale pretendere qualsiasi somma. La conferma di questa linea si ritrova nel comportamento che la delegazione della SCF ha tenuto nelle trattative effettuate nel corso degli ultimi mesi. Infatti la SCF non solo ha rifiutato qualsiasi apertura alle concrete offerte di congrui ritocchi economici fatte dalle associazioni di categoria ma ha addirittura citato in Tribunale civile tutte le emittenti nazionali, che si sono costituite ritenendo infondate le pretese della SCF. Si ha la netta sensazione che si voglia, in parte, far pagare alle Radio la crisi in cui versa il settore dei fonografici. Questo è un disegno spregiudicato che porterebbe alla disarticolazione di tutta l’emittenza radiofonica che non sarebbe in grado di sopportare ulteriori oneri e che non sarebbe neanche utile alla stessa SCF. Da molti anni tutta la radiofonia assolve con precisione agli obblighi derivanti dalla legge sul diritto d’ autore e dei diritti connessi. Stravolgere tale sistema con pretese assurde significa tornare indietro di anni e andare di nuovo muro contro muro. E’ perciò necessario agire con moderazione, nell’interesse generale, e trovare gli opportuni accordi attraverso una rinnovata volontà di trattativa. L’alternativa è il caos", avverte FRT.