Le radio non cedono. Mentre le case discografiche (e soprattutto gli artisti) cominciano a preoccuparsi seriamente dell’embargo attuato dalle reti nazionali e da molte radio locali, una delegazione delle Reti Nazionali Associate (RNA) ha incontrato il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Sandro Bondi.
Le reti, che da giorni stanno oscurando le novità musicali delle case discografiche consorziate a SCF che non hanno firmato la liberatoria per consentire la trasmissione senza il placet della loro rappresentanza, hanno manifestato al ministro preoccupazione "per l’ennesima rottura delle trattative per il rinnovo del contratto per i diritti fonografici imposta da SCF". "Una scelta irragionevole visto che le imprese radiofoniche nazionali hanno sempre riconosciuto pienamente il diritto degli autori, degli esecutori e dei fonografici ad un adeguato compenso per l’utilizzo radiofonico del repertorio musicale", fa sapere in una nota la RNA. “La Radio e la Musica costituiscono un binomio inscindibile. Insieme rappresentano il ritmo quotidiano della nostra vita”, ha dichiarato il presidente dell’associazione Eduardo Montefusco, editore di RDS, una delle radio contro le quali SCF ha promosso un’azione giudiziaria (le altre sono: Radio DeeJay, Radio Capital, m2o, Radio 105, Radio Montecarlo, Virgin Radio, RTL 102.5, Radio 101 e Radio Italia Solo Musica Italiana). "Per questo, la RNA e le imprese nazionali associate hanno sempre mantenuto e tuttora mantengono un ottimo rapporto con SIAE e con AFI. Sono in atto, infatti, convenzioni, recentemente rinnovate, sulla base di accordi economici di reciproca soddisfazione definiti da decenni”, ha continuato Montefusco. La RNA lamenta, invece, una grave situazione di crisi con SCF, il Consorzio – collecting che rappresenta tra l’altro le multinazionali della musica. Infatti, la SCF non intende trattare il rinnovo della convenzione scaduta alla fine del 2006 pretendendo prima un incremento del 40 % dei compensi, poi la cancellazione della normativa italiana in materia di compensi per i diritti connessi o fonografici. La RNA è convinta che la SCF "sia spinta dagli interessi dei grandi gruppi musicali internazionali visto che pretende senza ragione compensi esorbitanti ed ingiustificati pensando così di poter ripianare i mancati introiti dovuti alla profonda crisi della discografia". “Le imprese radiofoniche nazionali hanno sempre sostenuto il prodotto musicale italiano e le imprese discografiche del nostro Paese – ha sottolineato Montefusco – convinti che queste possano favorire la cultura italiana e l’attività dei nostri artisti, aprendo spazi a giovani talenti. L’atteggiamento ostile ed intransigente della SCF rischia di minare questa collaborazione nata con l’avvio delle trasmissioni delle emittenti private italiane solo per incrementare il fatturato delle case discografiche multinazionali straniere”. La RNA ed i suoi associati si sono impegnati, "come d’altronde hanno sempre fatto in passato, ad onorare il compenso per i diritti fonografici, rispettando alla lettera i contratti vigenti e seguendo i livelli tradizionali di remunerazione definiti da oltre venticinque anni. Risulta, pertanto, incomprensibile l’atteggiamento di SCF che rischia di generare un’ulteriore crisi nel settore musicale nazionale, dimenticando che la radiofonia offre ogni giorno servizi, informazione ed intrattenimento ad oltre 40 milioni di ascoltatori". “La RNA – ha dichiarato Montefusco (foto) – ha chiesto al Ministro dei Beni e delle attività Culturali di assumere ogni iniziativa utile ad impedire la crisi del settore e a garantire condizioni di equità nella definizione dei compensi fonografici, così come sancito dalla normativa vigente”. Il ministro Bondi, "condividendo la preoccupazione per la crisi in atto – ha fatto sapere RNA alla conclusione dell’incontro – si è impegnato a favorire la ripresa delle trattative interrotte, convinto che questa situazione indebolisca il sistema culturale italiano". (A.M. per NL)