La REA (Radiotv Europee Associate), ci informa che il 21/06/2010 "è stata ascoltata dall’Autorità Antitrust sulle ragioni per cui è stata costretta a denunciare la SCF – Società Consortile Fonografici, per la violazione della libera concorrenza del mercato e abuso di posizione dominante ai danni delle emittenti radiofoniche e televisive locali".
"Il Presidente della REA, Antonio Diomede, con documenti e prove alla mano, ha fatto presente all’Autorità il comportamento scorretto e intimidatorio della SCF", a suo dire "al limite del codice penale, sulla nota questione dei diritti connessi al diritto d’autore ai sensi della legge 633/1941". La REA "ha premesso all’Autorità che nella controversia con la SCF, benché anacronistico, non è stato mai messo in discussione la legittimità del diritto connesso in quanto tale, ma la legittimità delle major ad esercitare il ruolo di "esattore/ripartitore" in quanto sprovvisti della speciale autorizzazione ministeriale prevista dall’articolo 181- ter della Legge". "Infatti – spiega l’ente esponenziale – l’AFI (Associazione Fonografici Italiani) ha conferito delega alla SIAE per l’incasso dei propri diritti connessi così come, a posteriori, sembra voler fare anche la SCF ma che intanto continua a perseguire le emittenti locali con missive minacciose". Nel corso dell’audizione "è stata segnalata all’Autorità anche una pericolosa azione di "stalking" verso le emittenti che, per diverse motivazioni, non intendono firmare il contratto "capestro" proposto dalla SCF e, a maggior ragione, non intendono pagare le fatture emesse senza alcuna ragione contrattuale". Spiega l’associazione che nella propria denuncia si leggeva "….mentre la SCF continua ad inviare alle imprese radiotelevisive perentorie richieste di pagamento per presunti diritti connessi mai utilizzati non è altrettanto solerte nel rendere di dominio pubblico il repertorio tutelato affinché possa essere valutato e discriminato nella programmazione delle emittenti.” "Dunque – ha insistito il Presidente Diomede – le imprese radiotelevisive locali non hanno possibilità di scelta sul prodotto e sul prezzo più conveniente qualora volessero utilizzare opere tutelate da altre case discografiche". Il sindacato romano fa infine sapere che all’incontro seguiranno "ulteriori specificazioni e documentazione dopo aver consultato le emittenti".