da Media 2.0 blog di Marco Mele (Il Sole 24 Ore)
Ha un senso mettere Rai1, Rai 2 e Rai3, così come sono, con le 24 ore di palinsesto continuo, sul Web?
Sono domande che vengono spontanee dopo la presentazione, a Viale Mazzini, del libro “Il paradossi di Gutemberg” di Edoardo Fleischner (edizioni Rai-Eri). Fleischner e Derrick De Kerkove hanno illustrato il paradosso:il passaggio dalla tv di flusso, consumata istantaneamente, monomediale, centro del mondo, a una “libreria” digitale personale e/o personalizzata, ma condivisa, frutto di accumuli e di scambi, di acquisti e di dowload non autorizzati. Un nuovo panorama che ci cambia davanti ogni giorno, alimentato dalla digitalizzazione dei media, irreversibile, dai contenuti on demand, da autori-editori-fruitori che sempre più s’identificano in una sola persona.
Non che un servizio pubblico debba azzerare l’esistente o convertirsi alla Rete come unico medium integrato ma, almeno, mettersi in discussione, formare gruppi che elaborino formati in grado di produrre contenuti adatti ciascuno a una specifica piattaforma. Bisogna ridurre l’autoperpetuazione e l’autoreferenzialità. Per ascoltare, guardare, imparare, studiare. Poi, decidere.
Se la Rai si culla ancora nel sogno delle centralità della tv tradizionale, rischia di perdere progressivamente pubblici e mercato, in un sistema tv che tiene sul fronte degli ascolti sì, ma grazie al satellite e alla pay digitale terrestre. Un sistema dove Mediaset è strategicamente posizionata al centro, non certo la Rai.
Dirigenti Rai, un po’ più di coraggio non guasterebbe. Pensate al fatto che il digitale terrestre è una rete a banda stretta ed è una tv non IP (Internet Protocol) ma richiede centinaia di milioni d’investimento per costruire le reti….E leggete “Il paradosso di Gutemberg”, se vi capita…..
P-S: Ha senso che Current Tv diventi un canale di flusso sulla piattaforma di Sky, non dando la possibilità di scegliere cosa vedere?