Nella sessione del 25 aprile la Commissione Cultura (CULT) del Parlamento UE, coordinatrice principale sul provvedimento, ha approvato la risoluzione (draft) sulla revisione della direttiva AVMS con 17 voti a favore, 9 contro e 4 astensioni.
L’accento della Commissione, secondo quanto riportato dal comunicato stampa, è stato sulla tutela dei minori che deve essere uguale sia che essi guardino la TV o che vedano un video in condivisione sul web o su un servizio di streaming (i nuovi operatori ricompresi nella direttiva in corso di revisione). Per tali operatori sono state richieste norme più severe di quelle previste nel testo originario proposto dalla Commissione UE in tema di pubblicità, sponsorizzazioni (estendendo il divieto previsto per il tabacco, le sigarette elettroniche e gli alcolici), e in tema di incitamento all’odio, la violenza e il terrorismo (misure correttive). Norme più severe sono state richieste anche in materia di quote di programmazione per le piattaforme VOD – 30% del catalogo invece del 20% – quote che potrebbero includere anche opere nella lingua del Paese di distribuzione. Gli Stati Membri infine potranno prevedere investimenti e/o contributi ai fondi nazionali per la produzione AV proporzionali ai ricavi generati nel Paese.
In tema di quote sulla pubblicità televisiva i Membri della Commissione cultura hanno infine mantenuto la proposta della Commissione UE sul tetto giornaliero del 20%, per dare maggiore flessibilità ai broadcaster. Lavel playing field quindi operato da un lato attraverso la tutela delle categorie più deboli nel nuovo ambiente digitale e connesso, dall’altro alleggerendo le norme relative agli operatori tradizionali, norme di un mercato maturo e ampiamente introiettate dagli operatori.
La proposta votata è una soluzione di compromesso fra i diversi pareri di merito espressi dalle diverse Commissioni del Parlamento UE – mercato interno e protezione dei consumatori (IMCO), affari legali (JURI), libertà civili (LIBE), ambiente (ENVI) – con una soluzione di compromesso fra i diversi emendamenti approvati all’interno delle stesse. Una proposta che dovrà essere votata in Parlamento nella sessione plenaria del 15 maggio p.v. In quella data il Parlamento potrebbe anche esprimersi a favore del mandato a negoziare per il Consiglio UE che a partire dal 23 Maggio potrebbe aprire alle discussioni inter-istituzionali. Ossia salvo revisioni sostanziali la nuova versione della direttiva potrebbe vedere la luce prima della pausa estiva. (E.G. per NL – fonte Confindustria RTV)