E’ passato il testo della direttiva europea dal titolo “Tv senza frontiere”, esaminata ed approvata ieri pomeriggio dal parlamento europeo. Il testo, presentato alla Commissione europea il 31 dicembre del 2005 prevede alcune manovre in tema di diffusione pubblicitaria tramite il mezzo televisivo. Se, una volta approvato dal Parlamento, tale direttiva venisse accettata (come pare quasi certo), gli inserzionisti godranno di una libertà pressoché totale nel farcire i programmi tv di spot pubblicitari; se già le restrizioni lasciavano abbastanza libertà, con questa manovra sarebbero quasi del tutto cancellate, con i pubblicitari che terranno in scacco le televisioni, aumentando la mole degli investimenti e pretendendo maggiori garanzie. Entrando nel dettaglio, la direttiva propone l’eliminazione del tetto di tre ore di pubblicità giornaliera per ciascuna rete, mantenendo, però, un massimo di dodici minuti orari; propone anche la rimozione dell’intervallo massimo tra due break pubblicitari, attualmente di venti minuti, lasciando alla rete (quindi ai pubblicitari) la discrezione nel decidere. Per quel che concerne alcune particolari categorie di programmi (tv per bambini, film, programmi d’attualità e tg) l’intervallo si restringerebbe da 45 a 35 minuti. Passando al capitolo del product placement, ossia la reclamizzazione di prodotti durante film, fiction o programmi tv, la Commissione aveva proposto un’autorizzazione condizionata da determinati limiti, che il Parlamento ha reso leggermente più restrittivi, vale a dire: la proibizione durante i notiziari, durante i programmi per bambini, i documentari, i programmi di consigli ed il divieto di pubblicizzazione di alcuni tipi di prodotti come multinazionali del tabacco, farmaci e trattamenti medici prescrivibili. Inoltre il pubblico deve essere informato della reclamizzazione durante i titoli di testa e di coda ed ogni venti minuti durante lo svolgimento del programma. Altro capitolo trattato, che interessa l’Italia in particolar modo, è quello relativo alle telepromozioni, da cui la tv italiana è presa d’assalto, specie nelle reti commerciali. L’ala di centro-sinistra del parlamento di Strasburgo aveva richiesto una limitazione per le suddette, facendole rientrare nel tetto di dodici minuti orari; proposta invece rifiutata dalla maggioranza del parlamento che ha lasciato campo libero anche a quest’altra forma di advertising. In generale, perciò, ai pubblicitari è stata lasciata maggiore libertà in ogni aspetto della promozione in tv. (G.C. per NL)