Digitali terrestri, squali e biscioni

L’editoriale di questa settimana era già pronto: la deriva degli LCN, una discesa verso gli inferi che sta facendo emergere il peggio degli operatori nell’indifferenza del regolatore. Un invitante intervento su Millecanali di ottobre di Dom Serafini – direttore della rivista internazionale Video Age, la cui firma abbiamo avuto in passato anche su queste pagine – ha però indotto un cambiamento d’argomento in extremis. Serafini è intervenuto su MC a seguito di alcune dichiarazioni estive di Vincenzo Vita, senatore del PD e “padre” della legge 66/2001 (introduttiva del DTT), secondo il quale RAI avrebbe dovuto “chiudere l’accordo con Sky Italia”, perché altrimenti si sarebbe determinata “una subordinanza della tv pubblica nei confronti dell’alleato Mediaset”. Strategia errata, secondo Serafini, per il quale “La sinistra non si rende conto del pericolo che Rupert Murdoch rappresenta per l’Italia. Basti ricordare che in Gran Bretagna, Australia ed anche in America, Murdoch decide chi va al Governo”. Serafini, nel suo intervento, ha poi tessuto le lodi del digitale terrestre italiano, che, mentre secondo Vita sarebbe “un’occasione male utilizzata” con “potenzialità enormi” ma non “ancora messe a frutto dal governo”, per lui permetterebbe di seguire programmi di elevata qualità (come RaiNotizie24, Rai Storia e Rai Sport) “senza dover fare nessun abbonamento speciale”. “Quanto ai problemi (che in Italia non ho ancora notato), basterebbe guardare il triste stato in cui si trova il digitale terrestre negli USA per essere più che soddisfatti dell’esperienza italiana”, ha sottolineato Serafini. Che però non convince. Può certamente darsi che il digitale terrestre americano sia una delusione, ma forse perché il paragone e la competizione è con l’immensa proposta digitale via cavo USA (300 programmi, veri), lì di gran lunga il formato prevalente (il 95% delle abitazioni è cablato e 80 milioni di famiglie guardano la tv via cavo, contro i 15 milioni di case che ricevono la tv via etere). Proviamo invece a paragonare il digitale italiano con quello degli altri paesi europei tecnologicamente evoluti ed avremo un raffronto più bilanciato. Con risultati forse meno lusinghieri per l’offerta tv numerica nostrana. Quanto a Murdoch, sì, fa paura anche a noi. E’ per questo che ci piacerebbe avere una diversa opzione tra l’essere divorati da un Squalo e ingoiati da un Biscione.

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