Interessante articolo di Emanuele Bruno su Il Sole 24 Ore sullo scenario della tv numerica attuale ed in previsione.
di Emanuele Bruno (Il Sole 24 Ore)
Già entro il 2010 la tv digitale terrestre raggiungerà 37 milioni di case. E’ però ancora da verificare quale sarà tra due anni la reale penetrazione della nuova piattaforma, se davvero riuscirà ad ereditare o addirittura incrementare i consumi che in questo momento convergono sulla tv analogica. Da qualche settimana le performances della tv generalista – di cui la tv sul dtt raccoglierà il testimone – sono scese per la prima volta sotto la soglia dell’80% di share. Guadagnano quote di ascolto le nuove modalità di fruizione, la pay tv satellitare innanzi tutto, ma anche il digitale terrestre e la Iptv. Nel mese di settembre, in particolare, con la piattaforma satellitare al 15,6%, quella per il dtt ha raggiunto il 3,7% di share, beneficiando dell’apporto garantito oltre che dalla Sardegna oramai quasi tutta ‘all digital’ anche dalla Valle D’Aosta in via di sempre più avanzata transizione. L’ascolto dei canali diffusi sul digitale terrestre è ancora relativamente ridotto anche se il numero di decoder distribuiti è oramai ampiamente superiore a quello di quelli di Sky. E dato di fatto dimostra come l’offerta di contenuti fin qui veicolata in digitale terrestre sia percepita come debole dal consumatore finale.
Cosa si vede attualmente, l’offerta Rai
Attualmente il dtt propone un mix non coordinato di programmazione gratuita e di canali a pagamento, un bouquet articolato messo a disposizione da più operatori e content provider. Man mano che si andrà vanti verso lo switch off, il peso dell’offerta in chiaro dovrebbe divenire prevalente, con la quantità delle risorse garantite dalla pubblicità che dovrebbe tornare ad essere nettamente superiore rispetto a quella garantita dalle sottoscrizioni di abbonamenti o dal consumo istantaneo di singoli eventi a pagamento. Una panoramica dell’offerta non può che iniziare dalla tv pubblica, con il modello di business di Viale Mazzini che non può contemplare per adesso la possibilità di fare tv a pagamento.
In Sardegna i mux della Rai stanno proponendo: Rai Uno, Rai Due e Rai Tre con il multiplex 1; Rai4, Rai4 +1 e Sat 2000 con il multiplex 2; Rai Gulp, Rai Sport Più, Rai News 24, Rai Gulp +1 e i propri canali radio sul multiplex 3; Rai Edu1, Rai Edu2 (destinata a divenire Rai Storia) e ancora le tre reti generaliste sul mux 4; test in alta definizione sul mux 5 e test sulla trasmissione per la fruizione in mobilità sul mux 6.
La ricetta di Mediaset
Il resto dell’offerta digitale terrestre è attualmente veicolato dai due multiplex di Mediaset, dai due multiplex di Telecom, dal mux Dfree (di Tarak Ben Ammar) e dal mux di Rete A (Gruppo L’Espresso). Lo sviluppo dell’offerta pay di Mediaset Premium ha fin qui funzionato da principale fattore di crescita della penetrazione della piattaforma dtt. Certamente meno trainante appare il panorama di canali gratuiti. Basata all’inizio su consumi pay per view, la proposta del gruppo presieduto da Felice Confalonieri è ora orientata verso un più tradizionale modello pay. Usando i propri mux e quello di Tarak Ben Ammar Mediaset offre un pacchetto che contiene una dose significativa di film e serie televisive, calcio in diretta, programmi per bambini a marchio Disney. Vanno invece on air in chiaro sui mux del Biscione i canali Iris (fiction) e Boing (bambini), editi dal gruppo di Cologno, e poi anche Class News, Coming Soon, Bbc World, Mediashopping, SportItalia, SportItalia 24. Sui multiplex di Telecom trovano invece spazio La7, Mtv, Qoob, Facile tv e l’offerta pay di calcio La 7 Carta Più che però il gruppo guidato da Bernabè ha annunciato di volere cedere. Sul proprio multiplex, infine, il gruppo L’Espresso manda in onda All Music, Repubblica Tv, France 24, Second Tv, l’audio delle proprie tre radio (DeeJay, M2o, Capital).
E’ ancora invece molto relativa l’offerta esperita dagli editori locali, che pare fisiologicamente destinata a prendere piede solo al momento degli switch off regionali.
Nuovi canali, ma non arrivano i nostri
La legge Gasparri prevedeva che i tre principali service provider cedessero a soggetti terzi – identificati attraverso una gara dall’Authority delle comunicazioni – il 40% della capacità satellitare dei propri multiplex. La maggior parte degli editori italiani ha considerato questa opzione d’ingresso nel mercato tv non conveniente. De Agostini e Rcs, ad esempio, hanno preferito continuare a progettare canali e iniziative destinate ad andare on air su Sky.
Nello screening prevalgono le proposte di società straniere. Sui circa dodici posti liberi almeno tre saranno occupati da canali teen, mentre rimane ancora in discussione chi tra Disney e Air Plus – a pari merito nella graduatoria dei potenziali aventi diritto – otterrà il posto che chiede.
L’authority ha battezzato la graduatoria che vede al primo posto Digital Tv Channels (controllata da Jetix), che proporrà un canale in chiaro destinato al target kids. Subito dietro, NBC Universal Global Networks Italia ha ottenuto buoni riscontri sia con un progetto ‘cinema’ che con un progetto ‘factual’. Al terzo posto, a pari merito con la seconda proposta di Nbc Universal, il Consorzio Alphabet vuole realizzare un canale in parte in chiaro e in parte pay dedicato a educazione e formazione. Rete Blu ha invece conquistato di diritto il posto già occupato sul mux Rai con Sat 2000 e la sua programmazione dedicata alla vita sociale, culturale e religiosa.
I posizione utile anche il canale news di Class Editori, tra i ‘sicuri’ di andare on air si sono accreditati anche i due canali per bambini firmati da Turner Entertainment Networks (Cartoon Network e ‘Boomerang).
Al nono posto ex aequo si sono classificati Walt Disney Company Italia con i progetti denominati Disney Family, Disney prescolare e Disney Animazione e il gruppo scandinavo Air Plus, con sei domande che dovrebbero consentire un’offerta di canali pay per le famiglie. Tra le tv locali sono state promosse TeleLombardia e Antenna Tre Nordest, destinate ad essere ospitate sul mux di Telecom (l’unico configurato su base regionale). Certo che ci sarà spazio disponibile per le locali, appare invece improbabile che ne esista a sufficienza per dare risposta a tutte le richieste di Disney e Air Plus. Ma la rinuncia di qualcuno tra gli operatori meglio posizionati in graduatoria potrebbe favorire una soluzione accettabile di compromesso.
Concorrenza premium
Ma la vera svolta per il mercato, con una forte accelerazione della dinamica competitiva sul digitale terrestre, potrebbe arrivare con la cessione di La7 Carta Più ad uno degli operatori stranieri che stanno trattando l’acquisizione: gli svedesi di Air Plus Tv e gli inglesi di Top Up Tv. Chi si aggiudica la proprietà o il controllo di Carta Più diventa automaticamente concorrente di Mediaset Premium – e di Sky – sul terreno della pay tv in Italia. Inutile dire che la sfida alla piattaforma di Murdoch, che già detiene oltre 4,5 milioni di abbonati, ma anche quella al Biscione sarebbe ardua. La lista delle emittenti promosse dall’Authority comprende, ad esempio, alcuni canali (i due di Turner, i tre nuovi eventuali di Disney) molto presumibilmente destinati ad essere offerti attraverso il sistema Mediaset Premium.