Tremonti non molla. Gli utopici 7 miliardi per il pacchetto delle misure del "decreto sviluppo" dovranno venire anche dalle aste per il dividendo digitale, interno ed esterno. Sul punto il ministro dell’Economia non vuol sentire scuse, né vuol rischiare figuracce.
E allora anche il diretto interessato, il neoministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani, che pure aveva tenuto a "ricordare che ad oggi le frequenze non sono disponibili e bisogna tenere conto dei diritti di chi le possiede", fa un passo indietro e dichiara che ”Ci possono essere risorse che possono venire dal nostro ministero”. Ubi maior minor cessat, del resto, e Romani rende noto che delle frequenze da mettere a bando (per cui si stimano ricavi tra i 2 e i 3 mld di euro) si sta "parlando" e se ne parlerà "ancora con il Tesoro ed, in base all’approfondimento, si decidera’ cosa fare”. Intanto le emittenti locali che hanno ricevuto in assegnazione provvisoria nell’Area Tecnica 3 alcune frequenze del dividendo (come il canale 54, destinato al DVB-H) o quelle cui sono stati assegnati i canali dal 61 al 69 UHF predestinati allo sviluppo della banda larga in mobilità, ora urgente più che mai con la liberalizzazione dei servizi wi-fi, si pongono domande sul proprio futuro. E le pongono anche alla Direzione Generale del Dipartimento Comunicazioni del MSE; che però preferisce non rispondere. (A.M. per NL)